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Wifi a bordo, verso l’addio alla modalità aereo

Wifi a bordo, verso l’addio alla modalità aereo

La notizia è circolata in queste ore, ma risale a quasi due settimane fa: era fine novembre, infatti, quando la Commissione europea ha stabilito che, entro il 30 giugno 2023, i Paesi membri dovranno assegnare frequenze 5G per l’impiego dei dispositivi mobile in aereo. Questo significa che, se le compagnie decideranno di offrire tale servizio, prima o poi (la data è tuttora incerta) si potrà telefonare e usare internet su smartphone e tablet in volo nel vecchio continente

Il collegamento al wifi sarà possibile grazie a piccole antenne di bordo, picocell che coprono giusto l’area di un aeroplano, capaci di connettersi alla Rete satellitare in alta quota e a quelle di terra a bassa quota, proprio come un router.

“Già nel 2008 – ricorda Il Post – la Commissione aveva fatto riservare alcune frequenze radio per le comunicazioni a bordo degli aerei, cosa che aveva permesso alle compagnie aeree di mettere a disposizione dei passeggeri alcuni servizi internet di base, solitamente a pagamento e molto lenti”.

Con la nuova tecnologia, si potrà, almeno in teoria, usare estesamente il 5G con accesso a un servizio molto più veloce, “sempre che l’aereo sia dotato dell’antenna necessaria”.

Si preannuncia, dunque, l’addio alla nota “modalità aereo” che mette in stand by i dispositivi mobile mentre si è in volo per impedirgli – questa è la principale ragione – di creare interferenze con i sistemi di controllo degli aerei.

La questione sicurezza è un tema anche con il 5G? Negli Usa il dibattito è aperto da tempo: una delle bande di frequenze usate per la rete 5G (3,7-3,98 gigahertz) – ricorda sempre Il Post – sarebbe infatti vicina a quelle usate dai radioaltimetri (4,2-4,4 gigahertz), cioè gli strumenti che misurano la distanza di aerei ed elicotteri dal suolo. “Eventuali interferenze con questi strumenti, possibili per i modelli più vecchi che sono privi di apposite schermature – dicono Oltreoceano – potrebbero complicare le procedure di atterraggio, soprattutto in caso di scarsa visibilità e maltempo”.

Ma questa possibilità è molto remota in Europa perché si usano frequenze diverse, sotto i 3,8 gigahertz, ed è probabile che sugli aerei in particolare verranno usate quelle ancora più basse a disposizione. Sarà comunque l’Easa, ovvero l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, a effettuare tutte le verifiche e consentire il libero utilizzo di smartphone&Co. in volo.

Altro timore: che la possibilità di telefonare in volo crei motivi di insofferenza, e dunque di contrasto, tra i passeggeri a bordo. Questi strumenti andranno comunque usati con cautela e rispetto.

Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 12/12/22