Viaggiare sì, ma solo in sicurezza
Secondo l'Osservatorio Ey Future Travel Behaviours a preoccupare gli intervistati è soprattutto la tutela della propria salute. E la sostenibilità
sibilla di palma
L a pandemia in corso sta ridisegnando profondamente i nostri stili di vita e le abitudini legate alla mobilità. Molte attività che prima richiedevano spostamenti quotidiani oggi si svolgono infatti da remoto e agli operatori del settore è richiesto di adeguarsi a condizioni sanitarie straordinarie con l'introduzione di misure volte a tutelare la sicurezza dei passeggeri. Un contesto in cui la volontà di viaggiare tra gli italiani rimane forte, anche se nei prossimi mesi permarrà la minor propensione agli spostamenti di lavoro. A delineare lo scenario che attende il mondo dei trasporti è l'ultima analisi condotta a marzo dall'Osservatorio Ey Future Travel Behaviours, che rileva periodicamente i trend connessi ai viaggi per vacanza e lavoro nel mercato domestico su un campione di 1000 intervistati.
VOGLIA DI VIAGGIARE, ma non per lavoro L'indagine evidenzia come l'emergenza sanitaria da Covid 19 abbia ridotto drasticamente il numero di spostamenti tra gli italiani. Quelli medi giornalieri durante il primo lockdown del 2020 hanno visto un calo del 67% rispetto al 2019. Per poi mostrare un primo segnale di ripresa dal 18 maggio al 15 ottobre. Guardando alla situazione attuale, quasi due persone su tre intendono viaggiare almeno quanto prima della pandemia e in alcuni casi (23%) aumentare il numero di viaggi per motivazioni legate al tempo libero. Mentre restano ancora limitati gli spostamenti per lavoro o studio che rappresentano solo il 15% del totale. Con l'arrivo della pandemia, la maggior parte delle aziende è infatti ricorsa a modalità di lavoro a distanza e all'ausilio di piattaforme digitali per lo svolgimento di riunioni ed eventi. E la situazione non dovrebbe subire grossi cambiamenti nei prossimi mesi, considerato che il lavoro agile da soluzione di emergenza si sta trasformando in molti casi in scelta strutturale per i suoi numerosi vantaggi. Secondo l'analisi, il 47% del campione intervistato afferma che limiterà i propri viaggi di lavoro e solo il 15% prevede di aumentarli. Nonostante ciò, osserva Claudio d'Angelo, transportation market segment leader di Ey, «resta forte il desiderio di vedersi dal vivo in ambito lavorativo. I test impliciti che abbiamo utilizzato nel nostro studio, che vengono impiegati in psicologia per indagare i processi mentali automatici che fanno da sfondo ai processi mentali consapevoli e intenzionali, rivelano infatti che una grande maggioranza degli intervistati, ovvero il 65% del campione, continua a preferire gli incontri in presenza a quelli virtuali e questo potrebbe spingere alla ripresa dei viaggi di lavoro una volta terminata l'emergenza. Anche se bisognerà vedere come questo aspetto si combinerà con la tendenza a ridurre i costi per le trasferte da parte delle aziende».
LA TUTELA DELLA SALUTE è decisiva Per qualsiasi motivo si scelga di viaggiare, evidenzia lo studio, a preoccupare gli intervistati è soprattutto la tutela della propria salute. Il 62% del campione che decide di spostarsi ha a cuore le possibili conseguenze del viaggio sul proprio benessere. La maggior parte degli intervistati (59%) sperimenta uno stato di ansia nei confronti della propria salute, mentre solo il 9% si dichiara "calmo" nei confronti di un possibile rischio sanitario. Timori che hanno spinto negli scorsi mesi a privilegiare l'auto rispetto a treni e aerei perché percepita più sicura. Non sorprende, dunque, che tra i nuovi servizi richiesti agli operatori dei trasporti rientri l'adozione di misure adeguate a garantire il distanziamento ed evitare assembramenti, mentre il 46% ritiene necessaria la distribuzione di mascherine e disinfettanti per le mani. «Al superamento dell'emergenza - sottolinea d'Angelo - l'attenzione alla sicurezza rientrerà in maniera strutturale nel panel di servizi che i passeggeri si aspettano di ricevere. Per la componente business verranno richiesti anche affidabilità del servizio e personalizzazione dell'esperienza. A crescere sarà inoltre l'attenzione all'impatto ambientale del mezzo di trasporto».
CRESCE L'ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITà La pandemia ha infatti portato a una maggior consapevolezza circa la necessità di salvaguardare la salute dell'ambiente, ad esempio alla luce del potenziale legame messo in luce da diversi studi tra cambiamenti climatici e diffondersi di nuove epidemie. E questa sensibilità in crescita si estende, soprattutto da parte dei più giovani, anche alle scelte relative ai trasporti che rappresentano una fonte significativa di inquinamento atmosferico. L'attitudine alla sostenibilità interessa infatti il 67% degli intervistati, mentre il 42% afferma di orientare la propria scelta sulla base dell'impatto ambientale del mezzo di trasporto. Con il treno percepito come il più green, seguito a grande distanza dall'auto e dall'aereo.
Fonte = REPUBBLICA AFFARI&FINANZA 03/05/21