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Viaggi online da multare: l'Antitrust morde ancora

Viaggi online da multare: l'Antitrust morde ancora

In due mesi e mezzo, l'Agcm si è interessata dei fenomeni più disparati della giungla dei viaggi, dalla famigerata credit card surcharge (il supplemento applicato a volte sui siti web per i pagamenti tramite determinate carte di credito) fino alle iscrizioni inconsapevoli a servizi a pagamento. Insomma, tra i tanti settori merceologici messi sotto accusa dall'Autorità che vigila sulla concorrenza, il turismo ha tristemente conquistato un posto d'onore.

Supplemento carta

L'anno si è aperto con l'ingente multa comminata ad Atrapalo.it. L'Antitrust ha sanzionato il sito per 150mila euro a causa proprio degli "oneri aggiuntivi richiesti dal professionista nel corso del processo di prenotazione online in funzione della carta di credito/debito utilizzata dal consumatore", come si leggeva nel documento diffuso dall'Agcm. Una notizia che aveva rispolverato uno dei temi caldi degli anni passati, quando il garante aveva messo sotto accusa diversi siti di prenotazioni online per il medesimo motivo.

Ma questo non è stato l'unico ambito di intervento: anche le assicurazioni facoltative vendute dalle compagnie aeree low cost hanno scatenato una maximulta, questa volta ai danni di Ryanair (sanzionata per 850mila euro) ed easyJet (200mila euro). Tre i particolari che hanno spinto il Garante ad intervenire: un'indicazione "sommaria" dei rischi coperti dal contratto, il fatto che non fosse "immediatamente chiaro l'ammontare della franchigia" e non venisse "spiegato che il risarcimento non copre le tasse e i diritti aeroportuali". A Ryanair, inoltre, è stato contestato anche "il meccanismo di deselezione dell'opzione di acquisto della polizza". Al vettore irlandese (che aveva risposto poche ore dopo l'annuncio della multa con un comunicato) non è rimasto che cambiare il portale di prenotazione. Ma Ryanair aveva precisato: "Anche se siamo in disaccordo e abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di fare appello, modificheremo il nostro sito web di conseguenza".

Nemmeno dieci giorni dopo, per la compagnia di Michael O'Leary è arrivata un'altra tegola: la vicenda Webloyalty. Anche questa volta, però, il vettore non è rimasto da solo: nella vicenda sono state coinvolte anche (oltre, ovviamente, allo stesso gruppo Webloyalty) anche Alitalia, Air One ed eDreams, oltre a eBay e TicketOne. La causa? Un messaggio pubblicitario non identificabile immediatamente come tale che compariva a fine prenotazione e, con la promessa di sconti, tramite un clic iscriveva il cliente a un servizio a pagamento erogato da Webloyalty. Come era facile prevedere, quest'ultima ha pagato il conto più salato (ben 800mila euro di multa), ma la vicenda per Ryanair ha comportato ulteriori 420mila euro di sanzioni. Ad Alitalia è costata 140mila euro, che si aggiungono ai 25mila euro comminati ad Air One e ai 220mila euro richiesti a Vacaciones eDreams Sl. La multa per eBay Uk Ltd è stata pari a 20mila euro, mentre TicketOne Spa ha dovuto pagare 50mila euro. Anche questa volta, però, Ryanair ha deciso di far sentire la sua voce. "Non siamo d'accordo con questa sentenza e abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di fare appello", tuonava la compagnia pochi giorni dopo.

Buoni vacanza sotto accusa

Più insolita, invece, la vicenda che ruota attorno ai 'buoni vacanza', in seguito alla quale l'Antitrust è intervenuta contro Obiettivo Europa, Euroservice e Cbs, tre società attive nel settore del turismo e non solo. La sanzione si è limitata a 5mila euro e alla delibera dell'Agcm di porre fine alla pratica commerciale contestata. Il tutto ruotava intorno a telefonate di 'aggancio' da parte della società che proponeva l'invio 'senza impegno' di buoni vacanza. Una volta che il cliente riceveva il plico, tuttavia, l'azienda richiedeva il pagamento di determinate somme, anche con citazioni in giudizio ("dinanzi a un giudice di pace non competente territorialmente e lontano dal luogo di residenza o di domicilio dei convenuti", precisava l'Antitrust). Dunque, se le vendite online non hanno mancato di far parlare di sé, anche i sistemi di vendita telefonici sono finiti sotto accusa. E siamo solo al terzo mese dell'anno. - Fonte: TTG Italia (di Francesco Zucco)