Viaggi e Covid, la torre di Babele. Ora il travel mondiale fa fronte
Riaprire le frontiere in sicurezza per i viaggi internazionali e superare così la logica dei corridoi turistici adottata da singoli Paesi, su cui anche Italia sta lavorando. Perché la “Babele” di regole non fa bene al turismo organizzato e disorienta i viaggiatori. È l’appello congiunto lanciato nei giorni scorsi da una serie di associazioni di peso: Asta – American Society of Travel Advisors, Ectaa – European Council Travel Agents Associations, Abta – Associazione degli agenti di viaggi britannici, Acta – Associazione delle agenzie di viaggi canadesi e dalla Chta – Caribbean Hotel and Tourism Association.
Queste sigle, che rappresentano collettivamente centinaia di migliaia di addetti ai lavori di adv, tour operator e altre imprese correlate in tutto il mondo, invitano i leader di governo ad allinearsi e a far ripartire in sicurezza i viaggi internazionali attraverso un’apertura delle frontiere regolamentata da norme univoche e chiare.
La sollecitazione proveniente dall’industria dei viaggi di importanti bacini turistici come quello nordamericano ed europeo richiama all’attenzione dei governi i dati diffusi dal Wttc – World Travel and Tourism Council: se nel 2019 quello dei viaggi e turismo è stato tra i settori trainanti dell’economia mondiale rappresentando il 10,4% del Pil globale, con un giro d’affari da 9,2 trilioni di dollari e 334 milioni di occupati (pari a 1 posto di lavoro su quattro nel mondo), ora l’industria è devastata dalla catastrofica pandemia di Covid-19. E i numeri sono ben altri.
La nota congiunta delle associazioni illustra, po,i la necessità di standard e requisiti di ingresso condivisi in materia di verifica del vaccino, test e altre garanzie. Questa standardizzazione è urgentemente necessaria, poiché il sistema attuale è, come descritto recentemente da The Economist, “un guazzabuglio di regole che causa confusione, soffoca il turismo e abbandona le imprese nella lotta per capire chi può fare cosa e andare dove”.
“Una confusione – prosegue la nota – perpetrata per oltre un anno con ordini governativi incoerenti anche se finalizzati a rallentare la diffusione del Covid. E proprio questo sovrapporsi di regole, a volte in conflitto tra loro, ha generato confusione e incertezza tra i viaggiatori, con un effetto raggelante sulle prenotazioni e un clima di profonda incertezza tra le agenzie di viaggi e i tour operato. Un esempio? Le recenti raccomandazioni europee sui viaggi non essenziali verso l’Ue, che hanno ulteriormente disorientato i mercati. È bene evidenziare che sfortunatamente, l’atteso allentamento di restrizioni non si è verificato poiché molti requisiti non sono stati ancora modificati dall’inizio della pandemia, indipendentemente dal fatto che il viaggiatore fosse vaccinato o meno. E questo ritardo nell’adeguamento di regole potrebbe creare ulteriori danni economici alle imprese di viaggi».
Nell’appello delle associazioni viene anche rilevato che ci sono numerose le destinazioni che vivono “solo” di turismo, dove gran parte dell’economia è retta dalla produttività delle imprese turistiche (dagli operatori agli alberghi). «Ecco perché – affermano – ora è fondamentale una rapida ripresa dei viaggi transfrontalieri, con una risposta allineata e condivisa di tutti i Paesi, con una roadmap che deve prevedere tre passaggi-chiave per la ripartenza del mondo dei viaggi. Innanzitutto lo sviluppo rapido di vaccini riconosciuti dai Paesi e standard nei test anti Covid».
Ultima e fondamentale richiesta: l’allentamento delle restrizioni per i viaggiatori già vaccinati, oltre a condizioni economiche che possano realmente sostenere le imprese di viaggi che soffrono da tempo di una quasi totale mancanza di liquidità e certezza nelle pianificazioni. «Il valore e la necessità del viaggio sicuro, e quindi l’opera di consulenti turistici e agenti nel mondo, impone ai governi una risposta rapida e univoca, anche nel rispetto e per la tutela dei consumatori turistici», concludono le associazioni.
Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 17/09/21