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Viaggi combinati: t.o. e adv tedeschi e spagnoli vogliono cambiare la direttiva Ue

Viaggi combinati: t.o. e adv tedeschi e spagnoli vogliono cambiare la direttiva Ue

09 Ottobre 2020
E' partita la campagna di raccolta firme. Obiettivo: garantire che "i clienti paghino una parte delle spese di annullamento in caso di annullamento del viaggio per cause di forza maggiore"

L'obiettivo è raccogliere 7.000 firme, ad oggi ne hanno già 6.199. La maggioranza dei tour operator e degli agenti di viaggi tedeschi e spagnoli vogliono cambiare la direttiva europea sui viaggi combinati, perché sulla base di come è scritta ora, i piccoli tour operator stanno sopportando un onere troppo alto, inoltre, non ricevono il pagamento per i servizi di cancellazione che stanno effettuando e non ricevono rimborsi dalle compagnie aeree. A riportare la notizia è Hosteltur.

I piccoli tour operator promotori dell'iniziativa ritengono che la Direttiva Ue sui viaggi tutto compreso 2015/2302 (2011/83 / UE) sia una delle minacce che, in questo momento, incombe sul settore e, soprattutto, sui piccoli intermediari. Il coronavirus e le restrizioni di viaggio associate alla pandemia rappresentano l'altra minaccia.

La campagna di raccolta firme mira a garantire che "i clienti paghino una parte delle spese di annullamento in caso di annullamento del viaggio per cause di forza maggiore", come si legge nel testo che accompagna la raccolta delle firme. Invece, secondo la direttiva vigente "i tour operator devono rimborsare il prezzo totale del viaggio entro 14 giorni se non può essere effettuato a causa di circostanze eccezionali inevitabili".

Viene, inoltre, fatto presente il tipo di lavoro svolto dai t.o. prima del viaggio, cioè tutta l'attività di consulenza, i consigli dati, la preparazione di offerte, i servizi di viaggio, tra cui voli, hotel, escursioni, trasferimenti. Inoltre, soprattutto i tour operator specializzati di piccole e medie dimensioni, effettuano pagamenti anticipati per i voli o gli hotel. "Il tour operator non può fatturare ai propri clienti il servizio fornito o gli anticipi effettuati in caso di cancellazione causata da una pandemia - sostengono i promotori dell'iniziativa -. Ancora una volta, i tour operator lavorano per la cancellazione di servizi per i quali non sono pagati. Non ricevono alcun rimborso o ricevono un rimborso ritardato dalle compagnie. I soldi già pagati all'estero di solito non vengono restituiti e i turisti ricevono solo buoni".

A fronte di tutto ciò, si fa presente che "molti tour operator specializzati sono già stati costretti ad abbandonare la propria attività a causa della direttiva sui viaggi tutto compreso". Il che ha delle ripercussioni anche sui clienti, in quanto in questo modo "la varietà di servizi offerti dai t.o. Ue sta scomparendo", perché i piccoli e medi operatori che organizzano vacanze individuali non possono sopravvivere. Per questo motivo viene richiesto che "i clienti paghino una parte delle spese di annullamento in caso di annullamento del viaggio per cause di forza maggiore".

In Spagna, Fetave, la Federazione delle Associazioni territoriali delle agenzie di viaggio spagnole, ha chiesto al Governo di rendere la normativa più flessibile in materia di rimborsi, a causa delle migliaia di cancellazioni in corso.

Fonte = GUIDA VIAGGI 09/10/20