Via libera al Piano Strategico del Turismo 2023-2027
Via libera delle Commissioni attività produttive di Camera e Senato al Piano Strategico del Turismo 2023-2027 presentato dal governo. «Sono particolarmente orgogliosa perché finalmente l’Italia, dopo tanti anni, avrà un piano strategico quinquennale che ci consentirà di esprimere le migliori potenzialità del comparto – commenta il ministro del Turismo Daniela Santanchè – Il via libera dalle Commissioni attività produttive di Camera e Senato è un segnale importante che mi dà grande soddisfazione. Ringrazio i componenti e i presidenti delle Commissioni per l’ottimo lavoro svolto, e le associazioni e confederate di categoria che hanno fornito spunti costanti e partecipati. A tutti voi va il mio ringraziamento per la collaborazione e l’interlocuzione proficua, in ogni momento di costruttivo confronto».
Dopo quasi 40 audizioni di associazioni, sigle ed esperti del settore che si sono svolte nelle scorse settimane, arriva dunque l’approvazione allo schema del Piano valido per il quinquennio appena partito.
11 OSSERVAZIONI DAL SENATO. Il parere favorevole di Palazzo Madama all’atto del governo è arrivato dalla Commissione Industria con 11 osservazioni – dalla formazione scolastica alle guide turistiche, passando per incentivi fiscali e turismo culturale – nella relazione illustrata dal senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti. Si parte dalla formazione. Il Senato rileva che “dalle audizioni è emerso un eccessivo distacco tra la formazione scolastica e le reali esigenze delle aziende che operano nei vari settori interessati”, reputando “opportuna una maggiore professionalizzazione delle competenze. Al riguardo, occorre promuovere in maniera decisa, in raccordo con i dicasteri competenti, gli Its e gli Ifts che possono rappresentare il punto di convergenza tra la formazione scolastica teorica e le pratiche esigenze delle imprese. Tale formazione andrebbe estesa anche alle figure manageriali che oggi si trovano a dover gestire una nuova domanda di beni e servizi”.
Inoltre, la relazione sottolinea: in virtù del dato piuttosto allarmante che è stato registrato – 50.000 addetti in meno nel settore turistico – si ritiene necessario, al netto di un incremento di formazione, semplificare l’accesso al mercato del lavoro favorendo il ricorso a soluzioni che tengano conto delle caratteristiche strutturali del settore e delle specifiche esigenze delle imprese e dei territori».
La commissione Industria, inoltre, torna sul tema degli incentivi fiscali e “auspica che il settore possa essere ulteriormente rilanciato anche attraverso misure di incentivazione e defiscalizzazione. In proposito, nell’ambito della programmazione, si suggerisce l’introduzione, anche in prossimi provvedimenti legislativi, oltre che degli incentivi per l’incoming anche quelli per l’outgoing, nonché dell’Iva agevolata per chi organizza congressi e il tax free shopping per i turisti stranieri. In aggiunta a ciò, ritenute efficaci le misure collegate alla concessione di crediti di imposta mirati al conseguimento di una maggiore sostenibilità ambientale, si ritiene tuttavia opportuno potenziare le azioni a favore delle strutture ricettive (tax credit) con la previsione di interventi per la riqualificazione e la ristrutturazione degli immobili destinati all’ospitalità turistico-ricettiva, anche con l’obiettivo di renderli pienamente accessibili e fruibili da parte di persone con disabilità”.
Il Senato ha dimostrato apprezzamento per le iniziative di incentivazione alla destagionalizzazione del turismo, ricordando che “è fondamentale promuovere il turismo enogastronomico soprattutto sfruttando la risonanza dei grandi eventi, con una capillarità dei collegamenti in special modo verso i borghi e i piccoli comuni, e poi sfruttare a fondo quella immensa risorsa naturale che è il termalismo, in grado di attirare i turisti in qualsiasi periodo dell’anno non essendo legato ai periodi di bella stagione”.
Sulla riforma della disciplina della professione di guida turistica, la commissione, per avere professionisti preparati e qualificati, “ritiene necessario il riconoscimento di una abilitazione con criteri omogenei su tutto il territorio nazionale, che preveda una prima specializzazione a livello regionale».
La relazione evidenzia come al centro della riqualificazione dell’offerta turistica ci sia “il livello qualitativo dei servizi offerti e la riconoscibilità dello standard di offerta delle strutture. Nel pilastro della governance vengono perseguite le azioni volte a creare tavoli istituzionali per una legge quadro sul turismo open air e l’armonizzazione delle normative tra Stato e Regioni. Nell’ambito degli interventi a favore dello sviluppo del turismo open air si ritiene necessario ricomprendere anche le azioni volte a dare un nuovo impulso al turismo itinerante con caravan e autocaravan, attraverso una regolamentazione omogenea delle strutture a esso dedicate, e favorendo una implementazione delle aree da autorizzare da parte delle autorità competenti, anche nell’ottica di contribuire allo sviluppo dei piccoli centri che sono per lo più ubicati nelle aree più interne del Paese”.
Bene per la commissione il rilievo dato dal Piano al patrimonio dell’artigianato made in Italy; “eppure è opportuno segnalare il rischio standardizzazione dell’offerta, sia per quel che concerne i negozi di souvenir a basso costo, che la ristorazione scadente, e conseguente perdita di quella tipicità identitaria propriamente italica”. Il documento evidenzia l’urgenza di “valutare le modalità di contrasto di tali fenomeni, promuovendo la collaborazione con le amministrazioni coinvolte per il rafforzamento delle azioni di tutela e valorizzazione delle produzioni locali, anche con riferimento ai prodotti agroalimentari, e artigianali tradizionali e di qualità”.
E ancora, l’ultima osservazione pone l’accento sull’auspicio di “cogliere l’occasione del Piano per incentivare, in raccordo con le amministrazioni competenti, le botteghe in tutto il Paese che si dedicano alla manifattura artigianale e ad attività del commercio e pubblici esercizi, resistendo all’aggressiva concorrenza del mercato globalizzato, anche attraverso il riconoscimento di un marchio, su base volontaria, che promuova e valorizzi il patrimonio dei locali storici quali luoghi di aggregazione all’interno delle comunità locali, depositari della storia, della cultura e delle tradizioni dei territori”.
Fonte = L'AGENZIA D VIAGGI 17/05/23