VeryBello, un altra polemica italiana è servita
Tutto parte da un rafforzativo inglese e da aggettivo molto comune in italiano messi insieme: VeryBello. Questo il nome della piattaforma digitale interattiva che, attraverso un linguaggio immediato e visivo, racconta l Italia da un punto di vista inedito scrive una nota del ministero dei Beni Culturali e del Turismo Ad oggi oltre 1.300 eventi rappresentano l Italia da Nord a Sud, dalle grandi città ai piccoli borghi, da maggio ad ottobre 2015. Un numero destinato a crescere per un progetto che nasce appositamente per Expo, ma che ha l obiettivo di guardare oltre. Grazie infatti al contributo delle istituzioni coinvolte dal Mibact, Regioni e Comuni, è nata una rete aperta in grado di garantire continuità al progetto, anche al termine dell Esposizione Universale .
Una vera e propria agenda, insomma, di quanto accadrà da maggio in poi in Italia; peccato che già dalla prima ora siano emerse delle criticità non da poco che hanno suscitato ironia e battute sarcastiche nella rete, che si è scatenata. Innanzitutto il cosiddetto naming , quel VeryBello che per numerosi commentatori altro non è se non un sostegno ufficiale alla caricatura di cui siamo oggetto da parte degli stranieri con il loro italiano maccheronico condito da luoghi comuni sul Bel Paese.
Il ministro Dario Franceschini in persona ha twittato un VeryGrazie in risposta a queste contestazioni, commentando che fanno ulteriore pubblicità alla piattaforma. L importante è che se ne parli, insomma. A proposito dell aspetto più squisitamente tecnologico, poi, VeryBello è risultato sin dal giorno della sua presentazione (sabato 24 gennaio, ndr) dalla navigazione lenta e difficoltosa nonché mancante della traduzione nelle altre lingue, anche se la nota del Mibact rassicura che a breve sarà disponibile in inglese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese .
Ancora, VeryBello è privo, nella sua raffigurazione, di un pezzo di Calabria e di tutta la Sicilia, fattori che hanno suscitato ulteriori critiche cresciute alla voce dei costi, sebbene non confermata ufficialmente. Si parla infatti di cinque milioni di euro. Non proprio bruscolini, specie nella congiuntura attuale. Tra carenze e maldicenze, insomma, si può star tranquilli: alla vigilia dell Expo, un altra polemica italiana è servita.- Fonte: Il Giornale del Turismo sito web