Unwto: in corso lo studio sulla sharing economy
"E' una sfida "disruptive" con cui dobbiamo fare i conti", commenta il segretario generale Taleb Rifai. Sotto analisi l'impatto sul turismo locale nel mondo
"Il settore del turismo ha un problema di 'innovation thinking', la tecnologia corre più avanti di noi ma possiamo riprendere in mano la situazione, siamo un settore solido e aperto a nuove idee". Così Taleb Rifai, segretario generale dell'Unwto, ha aperto a Berlino nel corso di Itb, davanti a una platea gremita soprattutto di giovani, una sessione dedicata alla sharing economy. Anzi, dedicata alle nuove piattaforme di servizi turistici, perchè così ha deciso di chiamarle l'Organizzazione mondiale del turismo. "Siamo di fronte a un servizio, a un business, ed è bene considerarlo come tale. Non combatterlo ma prenderne atto. E' una sfida "disruptive" con cui dobbiamo fare i conti, e dev'essere trattata a livello di amministrazioni locali e regionali".
Ed eccola la novità: l'Unwto ha deciso di studiare la sharing economy: è partita una ricerca su come le destinazioni stanno affrontando, a vari livelli, la sua gestione nel turismo: E' un work in progress ma intanto emerge che per esempio le piattaforme dedicate all'accomodation sono considerate molto importanti e importanti rispettivamente da 32 e 36 rispondenti alla survey (su un centinaio). Mentre il panorama appare molto più frammentato se si passa ai servizi dedicati al food e ai trasporti: qui le perplessità aumentano. Ma l'impatto di queste piattaforme è positivo per il turismo locale? Sembrerebbe di sì per almeno un rispondente su due, ancora una volta, per quanto riguarda la sharing economy legata agli appartamenti e alle soluzioni di trasporto. E l'Unwto ha preso in considerazione anche diverse case history. L'approfondimento sul prossimo numero di Guida Viaggi. m.t. - Fonte: GuidaViaggi.it