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Unicredit fa la 'banca del turismo '

Unicredit fa la 'banca del turismo '

22 Aprile 2015

Lo si dice da anni e lo dicono tutti: l'oro nero dell'Italia è il turismo. Con 165 miliardi di valore aggiunto, il 10% del Pil, 2,6 milioni di occupati, considerando l'indotto, ha numeri da grande industria. Che vive però di paradossi. Perché mentre il mercato globale cresce, l'Italia fa fatica, perde posizioni nel ranking mondiale (è scivolata al 5° posto per arrivi internazionali) mentre rimane il "sogno" esperienziale di tutto il mondo. La crisi ha lasciato strascichi non da poco e rimangono problemi strutturali. Così Unicredit scende in campo con finanziamenti e servizi dedicati, candidandosi a diventare in qualche modo la "banca del turismo".

Il colosso bancario ha presentato ieri, davanti a un parterre di livello (dal ministro, Dario Franceschini, a rappresentanti di grandi realtà, come Gabriele Burgio di Alpitour e Giovanna Manzi di Best Western), «Unicredit 4 Tourism», una iniziativa per «rilanciare il brand Italia» in quattro mosse: digitale, finanziaria, assicurativa e formativa. «Unicredit - ha detto l'Ad, Federico Ghizzoni - si impegna a sostenere gli operatori del settore affinché migliorino la propria offerta di accoglienza, con una progettualità articolata e completa che non si limita al sostegno finanziario». L'impegno è di erogare entro il 2018 due miliardi di nuova finanza mirata, che si traduce in mutui fino a 22 anni, mutui stagionali, il Bond Italia 4 Tourism e un'offerta di finanziamenti di per rinnovare apparati tecnologici o spazi fitness. Ma, come spiegato da Gabriele Piccini, country chairman Italia, il progetto si muove sul terreno 3.0 dominato da agenzie online e social network: «la reputazione».

Unicredit ha investito sulla start up Travel Appeal, nata nel 2014 da un'idea di Mirko Lalli, con l'obiettivo di offrire alle imprese del turismo, attraverso l'analisi dei Big Data, gli strumenti per conoscere e migliorale la loro reputation digitale, la propria business view . Unicredit offre poi speciali soluzioni assicurative e un supporto sulla formazione, con la creazione di una business school del turismo, in collaborazione con il centro studi del Touring Club Italiano. «Lo Stato può creare le condizioni per sostenere la domanda e offrire opportunità alle imprese. Poi tocca al privato fare il passo», ha detto il ministro Franceschini, plaudendo all'iniziativa che si muove nella direzione degli interventi stimolati in questo anno d'impegno governativo. Lo sguardo va quindi ai due anni «straordinari» e che possono davvero «rilanciare il settore». Di G. M. - Fonte: Avvenire