Ue riapre ai turisti extra-Ue: dal Giappone all’Australia
L’Unione europea riapre ai viaggi dei turisti stranieri extra-europei per le vacanze estive, mentre tra Consiglio ed Eurocamera è ancora schermaglia per l’accordo sul pass vaccinale Covid per i viaggi degli europei nell’Unione. L’appuntamento per il nuovo negoziato sul pass tra i co-legislatori è fissato già nelle prossime ore, e dati i tempi stretti dovrà essere necessariamente quello della svolta.
In caso contrario, il Consiglio potrebbe imboccare una strada diversa e più rapida, per evitare il paradosso di porte aperte per i turisti provenienti da Paesi come Giappone o Australia e percorsi ad ostacoli per le vacanze dei cittadini dell’Ue, dove le vaccinazioni hanno toccato quota 200 milioni ed il traguardo del 70% degli adulti immunizzati a luglio è sempre più vicino.
Intanto, gli ambasciatori dei 27 al Coreper hanno dato via libera alla proposta della Commissione per la raccomandazione sulle riaperture coordinate per gli arrivi dai Paesi terzi. In pratica le cancellerie dell’Unione potranno aprire alle persone immunizzate da almeno 14 giorni prima del loro arrivo, con sieri riconosciuti dall’Ema o previsti dalle procedure di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità. Tra questi al momento non è previsto lo Sputnik russo. Le capitali potranno tuttavia richiedere un test negativo all’ingresso ed eventualmente un periodo di quarantena. Ma si potrà dare il via libera anche al turismo, indipendentemente dallo stato di vaccinazione individuale, da quei Paesi con una buona situazione epidemiologica. Gli esperti dell’Unione si riuniranno nelle prossime ore per stilare il nuovo elenco. Con le nuove regole il nulla osta arriverà per gli Stati con 75 casi Covid ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Un bel salto rispetto agli attuali 25. Tra gli elementi che verranno considerati, anche lo stato di avanzamento delle campagne di vaccinazione.
Stando ad una simulazione circolata tra i diplomatici a Bruxelles, sulla base dei nuovi criteri sarebbero nell’elenco, tra gli altri, Giappone, Singapore, Australia, Nuova Zelanda, Marocco, Albania, e Regno Unito, ma non gli Stati Uniti (la cui soglia va ben oltre). Per i turisti britannici però le spiagge paradisiache dovranno ancora attendere. Il premier britannico Boris Johnson ha già detto che le nuove norme sui viaggi dal Regno non modificano la raccomandazione di non viaggiare per turismo nei 170 Paesi e territori inseriti nelle cosiddetta lista arancione, fra cui l’Italia e tutta l’Ue, tranne il Portogallo.
Fonte = TRAVEL NO STOP 20/05/21