Turismo: serve un approccio di sistema
Urge un piano nazionale per non pagare un costo troppo salato alla perdita di competitività
L’assenza di un approccio di sistema al comparto turistico ha un costo per il nostro Paese, che potrebbe arrivare ad essere particolarmente salato. A dirlo un report della Cassa depositi e prestiti, di cui rende conto oggi Il Sole 24 Ore, che fotografa la situazione attuale del settore, ne individua le criticità e indica alcune possibili soluzioni per “aggiustare la rotta”.
Le potenzialità del nostro Paese sono enormi, ma faticano a concretizzarsi, afferma il report. Serve dunque una strategia nazionale che non si limiti al binomio turismo-cultura e che valorizzi la componente industriale del settore. Lo studio rimarca i cambiamenti avvenuti a livello globale, le modifiche delle dinamiche di domanda e offerta, una nuova geografia del turismo, ma se il calo di competitività ha impattato su tutte le destinazioni principali, pare proprio che il nostro paese abbia accusato il colpo in modo più marcato.
E qui entrano in gioco i limiti tutti italiani, che la ricerca evidenzia, che potrebbero portare ad una perdita, in termini di valore aggiunto, in dieci anni, che varia tra i 15 e i 20 miliardi di euro e tra le 340 e le 780mila unità dal punto di vista dell’occupazione. Come dire, il 3% di posti di lavoro e il 2% di Pil in meno in dieci anni. Venendo ai “difetti” del Belpaese, l’analisi parte dalla mancanza di un coordinamento efficace tra le politiche del centro e della periferia, ma anche di un sistema davvero capace di promuovere un’immagine unitaria dell’Italia e della sua offerta.
Passi avanti ne sono stati fatti, ma si deve fare di più, agendo ad esempio sul fronte della tassazione turistica, da riallineare a quelli di altri Paesi. Occhio di riguardo anche per l’alberghiero, i cui mali sono quelli già noti della frammentazione e della scarsa presenza di catene alberghiere, ma anche per lo sviluppo di comparti dinamici come congressuale e crociere. - Fonte: GuidaViaggi.it