Turismo, se il Sud arranca chi ama l'Italia deve dirlo
Una delle frasi più irritanti del lessico nazionale è «non diciamolo, per amor di patria». Quale amore? Se ami qualcuno vuoi che si riprenda; non ti giri dall'altra parte facendo finta di niente. Quasi peggio è l'espressione «i panni sporchi si lavano in famiglia!». Che ipocrisia. Chi sostiene questo i panni sporchi non li lava proprio, e gira con gli indumenti che mandano cattivo odore. Ogni tanto il bucato serve, e il bucato ha bisogno della luce del sole.
Ho dovuto ripetere queste cose per restare calmo, e devo restare calmo dopo aver letto certi commenti a un mio pezzo sul New York Times , dove scrivo come contributing opinion writer (si dice così, gli americani sono precisi nelle definizioni professionali). Il pezzo ha per titolo Why No One Goes to Naples , perché nessuno va a Napoli, e racconta l'allegra catastrofe del turismo meridionale. Mi dispiace? Molto. Devo far finta di niente? Manco per sogno.
Il pezzo inizia così: «È primavera: nell'Italia del Sud il sole splende, il cielo è blu, il clima è mite e l'aria profuma di fiori. Il cibo è buono, il vino costa poco, la gente è cordiale e la bellezza è dovunque. Ma dove sono i turisti?». I turisti, spiego, non ci sono. Solo il 13% degli stranieri si spinge a sud di Roma. Siamo passati dal primo al quinto posto nella classifica delle destinazioni turistiche; non abbiamo, di fatto, un ministro del Turismo; il portale www.italia.it è stato un costoso, prevedibile disastro; l'Enit (Ente Nazionale Italiano Turismo) impiega la quasi totalità dei fondi - 17 milioni su 18 - in stipendi e spese amministrative; la delega alle Regioni ha prodotto duplicazioni e sprechi, come la faraonica sede della Regione Campania a Manhattan (caritatevolmente chiusa nel 2009).
Devo andare avanti? In una settimana, nell'estate 2013, dagli aeroporti tedeschi sono partiti 223 voli per le Baleari e 17 per l'Italia meridionale. So che alcune regioni (la Puglia) fanno meglio di altre (la Calabria): ma i numeri e i fatti sono quelli che ho riportato. Mi è spiaciuto che Nichi Vendola, in diretta tv (Ballarò, martedì), mi abbia fatto passare per un nemico del Sud: perché davvero non lo sono. Non devo scrivere certe cose, altrimenti i turisti stranieri non arrivano? Errore: forse ne arriveranno di più. E chissà che qualcuno, al governo e dintorni, decida di occuparsi della questione, invece di scattare selfie alle fiere del turismo. - Fonte: Corriere della Sera (di Beppe Severgnini)