Turismo: le imprese straniere in Italia sono il 4,8%
Continuano ad aumentare le imprese straniere nel commercio e nel turismo. Nel 2015 sono ormai 238.270, e la presenza di attività guidate da persone non italiane cresce in tutti principali settori. E’ quanto emerge da un’analisi condotta da Confesercenti sulla numerosità, i Paesi di provenienza e le specializzazioni delle imprese e degli imprenditori stranieri nel commercio e turismo in Italia, basata sui dati camerali. Alloggio e ristorazione, con 40.411 imprese straniere, rappresenta un 7,7%.
Il commercio è il comparto a più alto tasso di internazionalizzazione della nostra economia, anche se con profonde differenze a seconda della Regione e del settore d’attività presi in esame. Complessivamente, nel commercio al dettaglio il 17,8% delle imprese è guidato da imprenditori stranieri. La presenza di imprese straniere è più contenuta nel turismo, anche se comunque in crescita. Nel caso delle attività ricettive l’incidenza delle imprese straniere nel 2015 è del 4,8% (era il 4,0% nel 2011).
Il massimo per il settore si ha nel Lazio: 8,9%. Con riferimento a bar e ristoranti, invece, il peso delle imprese straniere sul totale è del 10,8%, in aumento dal 7,9% rilevato nel 2011. In questo ultimo settore è la Lombardia ad aggiudicarsi il podio di Regione a maggior tasso di internazionalizzazione, con il 17,6% di imprese straniere sul totale.
Gli imprenditori stranieri
Quarantenne, uomo, proveniente da una nazione dell’Asia o dell’Africa: è questo l’identikit dell’imprenditore straniero. Nella ricettività la media è di 51,4 anni e il differenziale più basso (3,4 anni), mentre per bar e ristoranti l’età media degli imprenditori stranieri è 41,9 anni (differenza di 5,8 anni rispetto agli italiani). L’imprenditoria straniera è invece più ‘rosa’ di quella italiana nel turismo: nella ricettività la media di presenza maschile tra i non italiani è del 45,3% (per gli italiani il valore è 55,4%), mentre per bar e ristoranti l’incidenza è 54,4% (per gli italiani 61,3%). In entrambi i casi, dunque, la presenza femminile nell’imprenditoria è maggiore nel caso degli stranieri.
Le nazionalità
Nella ricettività, dove si contano 5,3 mila imprenditori stranieri, prevalgono le nazionalità europee, con in testa la Germania (11,2%): frutto degli investimenti operati da imprese tedesche nella ricettività agrituristica e di qualità nel nostro Paese durante la crisi. L’unica eccezione è rappresentata dalla Cina (5,9%), collocata al terzo posto. Per bar e ristoranti (53 mila imprenditori stranieri) la Cina rappresenta quasi un quarto del totale (22,9%, e la crescita 2011-2015 è addirittura 52,9%). Segue in questo caso l’Egitto (8,3%, +38,4%), quindi la Romania (7,6%, ma la crescita è del 66,4%), quindi la Svizzera (5,1%, ma la crescita è solo +3,7%) e la Germania (5,0%, +12,0% il confronto con il 2011). - Fonte: GuidaViaggi.it