Turismo in Gran Bretagna, l'effetto Brexit non c'è stato
L’effetto Brexit sull’inbound britannico non c’è stato. Questa la sentenza della British Hospitality Association, che ha pubblicato i dati relativi agli arrivi turistici nel Regno Unito nei primi nove mesi di quest’anno.
Dati che smentiscono le impressioni iniziali, che parlavano di un exploit di visitatori internazionali, attratti dalla svalutazione della sterlina. Ebbene, così non è stato, come dimostra il calo del 3,5% di arrivi turistici da gennaio a settembre rispetto all’analogo periodo del 2015. All’opposto sono invece aumentati del 3,8% i viaggi d’affari e del 8,2% le visite a parenti e amici che, nel complesso, hanno portato a 700mila il numero totale di ingressi.
Diminuisce la spesa per turismo
Il Bha Travel Monitor evidenzia anche un calo della spesa complessiva da parte dei visitatori stranieri che, anno su anno, nel primo semestre è diminuita di 1,4 punti percentuali. Rispetto al 2014, poi, le spese turistiche sono diminuite del 6%, scendendo a 323 milioni di sterline.
Al contrario sta aumentando il numero di cittadini britannici che decidono di andare all’estero: a questo proposito il Travel Monitor evidenzia una progressione del 5,5% dell’outgoing; nel solo mese di settembre, nonostante la Brexit e la conseguente svalutazione della sterlina, il numero di turisti in uscita è aumentato del 10,1%. - Fonte: TTGitalia.com