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TripAdvisor & Co. la recensione si legge ma non si segue

TripAdvisor & Co. la recensione si legge ma non si segue

Una ricerca dell'istituto JFC (specializzato in analisi sul turismo) fotografa i nuovi comportamenti degli italiani. «Più della metà consulta i siti che recensiscono», spiega l'amministratore Massimo Feruzzi, «ma non per questo delegano le proprie scelte ai suggerimenti altrui. Anzi, nessuno si fida ciecamente e il 65% preferisce scegliere di persona». Eccola lì dunque, la falla che spinge a trasgredire. Non un capriccio, precisa Ferruzzi, ma una sfiducia latente: «Solo il 4% giudica assolutamente corretti i giudizi sugli hotel, il 53% li considera parzialmente veri e il 29% in parte falsi». Perché i siti possano scalfire l'italica sfiducia ci vorrebbe ben altro. «Basta recensioni anonime dicono la maggior parte dei traveller», analizzano da JFC, «c'è necessità di trasparenza e bisogna dimostrare realmente il vissuto con una ricevuta».

Per come stanno le cose oggi, insomma, la metà di chi guarda le recensioni lo fa per avere un'idea generale. Solo una percentuale inferiore al 10% prenota in base al consiglio di sconosciuti. Il sito più amato è TripAdvisor, pur con utenti anonimi. «Le recensioni aiutano il business e gli italiani sono i più attivi a livello mondiale» spiega Severine Philardeau, vice presidente del Global Partnership team di TripAdvisor, «l'elemento dell'autenticità è dato dalle foto pubblicate e dalle risposte dei gestori. L'interazione tra ospiti e direzione ha un impatto notevole sul punteggio medio e rassicura gli indecisi». Più trasparente la politica di Expedia, come racconta l'account manager, Monica Vinco: «Abbiamo 11 milioni di recensioni e sono tutte verificate perché solo chi ha prenotato e soggiornato può commentare. Si scrive cliccando un link che si riceve al termine del viaggio».

Autenticità anche per Susy Blady del sito Turisti per caso: «Da noi è il primo requisito. C'è un nome e un riferimento che sono controllati dalla redazione e se c'è un sospetto di non autenticità chi verifica la recensione ha il dovere di eliminarla». Ma il rapporto con la rete non si limita alla scelta. Anzi. Diventa quasi bulimico quando si tratta di condividere la propria esperienza. Più della metà dei viaggiatori si prende la briga, a fine vacanza, di commentare il proprio albergo. Bello o brutto che sia l'importante è condividere. «Si scrivono recensioni degli hotel quando si è soddisfatti mentre quelli che commentano i ristoranti sono criticoni e si attivano se hanno trovato una pecca», conclude Feruzzi. E gli albergatori? Dice Filippo Donati, presidente Asso Hotel Confesercenti: «A volte un confronto il primo giorno può risolvere la vacanza, il problema è che i clienti spesso sostituiscono la lamentela con un commento cattivo e fanno un danno anchea se stessi perché è troppo tardi per aiutarli. Da gestore mi fido di Booking mentre a TripAdvisor chiediamo che la presenza sia certificata». - Fonte: La Repubblica (di Irene Maria Scalise)