Tassa di sbarco al via il 1° maggio coi tornelli
LA TASSA DI SBARCO
VENEZIA Si partirà a primavera inoltrata, presumibilmente in coincidenza con il Primo Maggio, proprio nell'anniversario della collocazione dei varchi a piazzale Roma e in stazione. La tassa di sbarco avrà comunque un'applicazione soft e la sua introduzione sarà anticipata da una campagna informativa volta a spiegare che non sarà un espediente per fare cassa a spese dei visitatori di Venezia, ma di un modo per rendere l'accoglienza migliore, consentendo però a chi vive in città di avere un minore affollamento e una migliore qualità della vita.
LA RIUNIONE
Ieri mattina a Ca' Farsetti il sindaco Luigi Brugnaro ha incontrato assessori e consiglieri comunali di maggioranza per spiegare loro lo spirito di quello che sarà la nuova tassazione e raccogliendo idee tra i presenti. Si tratta del primo incontro, dopo l'approvazione del provvedimento in Legge di stabilità. Presto saranno sentite le categorie economiche, una ad una, anche lì per ascoltare idee e proposte. Tra oggi e domani, infine, sarà affidata ad uno studio giuridico di primaria importanza a livello nazionale una consulenza finalizzata alla stesura del testo del regolamento di applicazione della tassa. Un regolamento che dovrà essere inattaccabile dai ricorsi, visti i malumori che serpeggiano un po' ovunque, a cominciare dalle città limitrofe che chiedono o l'esenzione per i loro ospiti o una forma di compartecipazione al gettito fiscale.
TUTTI I VETTORI
La legge che conferisce al Comune la potestà di chiedere una tassa di sbarco ai turisti che non pagano l'imposta di soggiorno prevede che l'applicazione attraverso tutti i vettori di cui il turismo si avvale per raggiungere la città. Ecco, uno dei primi compiti dei consulenti giuridici sarà di stabilire in maniera inequivocabile quali siano i vettori, se i mezzi pubblici o anche i mezzi privati, come le automobili. Che ci siano dentro invece navi, treni pullman e lancioni granturismo è fuori discussione. Il Regolamento dovrà infatti contenere prima di tutto i soggetti che avranno l'onere di riscuotere il tributo e le esenzioni. Le modalità applicative sono invece una facoltà che il Comune può esercitare successivamente.
TRE ANNI
Trattandosi di un'esperienza unica in Italia, bisognerà muoversi gradualmente. Secondo lo staff del sindaco, ci vorranno almeno tre anni per arrivare ad una gestione dei flussi scorrevole, attraverso un'applicazione da caricare negli smartphone con i relativi controlli a campione. Al momento si cercherà di partire comunque, sapendo che in saccoccia ci sono già due milioni per la predisposizione e la sperimentazione del sistema che poi sarà vigilato dalla smart control room della polizia locale, in fase di appalto. Pur auspicando un accordo con la Regione e le categorie, anche se non c'è un obbligo vero e proprio, è chiaro che un titolo i residenti in Veneto e nella Città metropolitana dovranno pur averlo per godere dell'esenzione, che si suppone comunque parziale, un'agevolazione. Lo strumento cui si sta guardando con interesse è la carta Venezia Unica, di cui oltre il 90 per cento dei cittadini residenti nella città storica (e buona parte dei residenti in comune) è già in possesso.
OBIETTIVI
Gli obiettivi dichiarati sono: alleggerire la pressione turistica, migliorare la qualità della vita dei veneziani e dare servizi migliori ai turisti, fornendo accessi gratuiti a bagni e a qualche museo . Come lo scorso anno, ci sarà il calendario con bollino rosso e nero e nei giorni di piena si dovrà pagare di più. I benefici dovranno invece andare ai cittadini, che finora hanno subito gli extracosti di Venezia, dovuti anche al turismo. per cui, giù la Tari in maniera più consistente e altri tipi di incentivazione alla residenza.
Michele Fullin
Fonte = IL GAZZETTINO ed. Venezia 09/01/2019