Stranieri record con l'euro debole
È questo il criterio di scelta del turista straniero che viene in Italia. Secondo quanto emerge dall'indagine Ciset-Banca d'Italia sull'andamento del turismo straniero nel 2014 presentata ieri a Venezia, ed effettuata su un panel di 130mila interviste, nelle città si spende il 58% del totale (nel 2008 era il 54%) contro il 19,8% al mare (era il 22% sei anni fa). Il peso del turismo culturaleè salito nel 2014 del 5,6% per quanto riguarda la spesa (12,5 miliardi di euro spesi) e del 3,9% per ciò che riguarda i pernottamenti.
Nella classifica delle destinazioni, i turisti esteri scelgono in primis Lazio (che è cresciuto del 6,2%), poi Lombardia (+4,6%), Veneto (+1,3%), Toscana (+4,6%) e Emilia Romagna (in calo però del 7,7%). Le prime cinque regioni menzionate coprono i due terzi delle entrate turistiche dall'estero. Mentre per quanto riguarda le città, mettono a segno aumenti importanti nelle spese dei turisti Roma (+7,2%), Firenze (+5,8%), e Napoli (+14,6%). Più contenute Venezia (+0,9%) e Milano (+0,3%). La spesa per la vacanza nel Mezzogiorno è bassa (3,3 miliardi contro il 7,9 del Centro e il 6,3 del Nordest), ma il Sud viene privilegiato in caso di vacanze lunghe, cioé con pernottamenti superiori a sei notti (che costituiscono il 59% della spesa totale).
«Dinamiche positive si sono registrate anche per quantoriguarda i laghi e la montagna ha spiegato Mara Manente di Ciset - ma in generale ha vinto il cosiddetto "turismo attivo", cioé quello integrato, legato non solo alla cultura ma anche all'enogastronomia, allo sport e ai distretti produttivi e del saper fare».
Complessivamente, le entrate turistiche continuano ad aumentare. Nel 2014 i turisti stranieri hanno speso in Italia 34.240 milioni di euro, il 3,6% in più del 2013 (33.064 milioni). Variazioni simili si erano registrate anche nel 2013 (+3,1%) e nel 2012 (+3,8%). I primi cinque paesi per provenienza restano Germania (che cresce del 3,6%), Usa (+1,5%), Francia (+7,1), Regno Unito (+10,9, complice anche l'euro debole) e Svizzera (+7,3), che insieme rappresentano uno share del 50%. Si è raffreddato il turismo proveniente dalla Cina e dai paesi asiatici mentre recupera quello proveniente dal Nord Europa e dalla Spagna.
«I dati di Bankitalia-Ciset confermano che il turismo è un settore fondamentale per l'intera economia italiana - ha detto il ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini -. Nel 2014 l'economia turistica e il suo indotto hanno generato un incremento della ricchezza prodotta di oltre il 2%. I dati sui turisti stranieri segnalano un cambio di passo nelle modalità di viaggio: chi viene in Italia lo fa per godersi un soggiorno più lungo, legato alla scoperta del territorioe non solo delle grandi città d'arte, con una forte componente legata al gusto, all'intrattenimento colto, al vivere italiano. Ed è positivo anche che gli italiani tornino a viaggiare». E fanno ben sperare anchei dati previsionali sul 2015, anno di Expo Milano, e sul 2016: quest'anno gli arrivi internazionali sono previsti in aumento del 3,8% (da fuori Europa la crescita sale al 6,8%). In questo, un ruolo decisivo lo giocherà l'esposizione universale, su cui i parteciapanti al convegno di ieri hanno convenuto fosse corretta la previsione di un flusso turistico tra i 18 e i 22 milioni complessivi nei sei mesi di durata.
Nel 2016 sono previsti arrivi in aumento del 3,6% (+ 5,2% da extra- Europa). Rimane "vischiosa" la dinamica del fatturato turistico, a causa dei cambiamenti dei modelli di consumo, che prevedono vacanze spesso poco "tracciabili" nei pernottamenti e nella spesa. Il report di Ciset- Banca d'Italia ha anche fatto cenno alla spesa turistica degli italiani all'estero, passata in tre anni dal -0,3% del 2012, al -1% del 2013, al +6,9% del 2014; segnale positivo - anche se non riporta ai livelli pre-crisinell'ottica della ripresa economica del paese. Da sottolineare il trend crescente di viaggi all'estero per motivi di studio, viaggi che privilegiano gli Usa, la Gran Bretagna, la Cina, la Francia, la Spagnae l'Irlanda.
Di K. M. - Fonte: Il Sole 24 Ore