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Strage jihadista in Kenya. Turisti stranieri nel mirino

Strage jihadista in Kenya. Turisti stranieri nel mirino

Flavio Briatore ha da poco saputo degli attacchi costati la vita a una trentina di persone in due villaggi nei dintorni di Lamu, oltre 130 chilometri a nord da Malindi, e della rapina conclusasi con l'uccisione di una turista russa a Fort Jesus, una località storico-turistica nei pressi di Mombasa. «La rapina e l'uccisione della turista russa è purtroppo una fatalità e non ci si può far niente se non chiedere al governo di garantire maggior sicurezza nelle aree turistiche. Quanto al terrorismo bisogna invece - sottolinea Briatore - fare molta attenzione a non dar troppo credito alle rivendicazioni degli Shebab somali. Molto spesso quel gruppo terrorista cerca di mettere il cappello anche su azioni che non gli appartengono per farsi pubblicità e attribuirsi capacità superiori a quelle effettive. Nel caso specifico i due attacchi potrebbero essere la conseguenza di contese o rivalità tribali. A giugno quando, sempre a Lamu, uccisero più di 40 persone capitò la stessa cosa. Sulle prime tutti parlarono di terrorismo e Shebab, ma poi venne fuori che si trattava di una contesa tribale. Stavolta potrebbe esser andata allo stesso modo».

La prudenza dell'imprenditore italiano che a Malindi, in Kenya, ha aperto un lussuoso resort a cinque stelle, coincide con quella del governo di Nairobi indaffaratissimo in queste ore a cercar di attribuire la doppia strage di Lamu più a scontri fra fazioni locali che non ad un incursione degli Shebab, i militanti jihadisti somali affiliati ad Al Qaida. I due nuovi attacchi, messi a segno da bande armate di kalashnikov, sono scattati prima a Hindi, nella contea di Lamu, dove sono state uccise nove persone e poi a Gamba, un villaggio costiero più a sud. In questo secondo blitz, costato una ventina di morti, le squadre di uomini armati hanno dato l'assalto alla prigione liberando alcuni esponenti musulmani coinvolti nell'attacco di Mpeketoni, il villaggio dove, quasi un mese fa, vennero trucidate almeno 49 persone. La liberazione dei detenuti, citata anche nelle rivendicazioni telefoniche diffuse dallo sceicco Abdiasis abu Musab, portavoce dell'ala militare del movimento Shebab, sembrerebbe rafforzare l'ipotesi del terrorismo.

In verità sia gli attacchi di ieri sia quelli precedenti, potrebbero esser frutto della commistione tra le infiltrazioni di terroristi provenienti dalla Somalia e il malcontento delle tribù della zona di Lamu, legate al movimento separatista dell'Mrc (Movimento della Repubblica di Mombasa). Questa è almeno la versione sostenuta dal presidente Uhuru Kenyatta e dalle forze della polizia. L'uccisione della turista russa nella zona di Mombasa sembra invece quasi sicuramente la conseguenza di un tentativo di rapina. Secondo il vice capo della polizia Tom Okoth, la turista russa e le due persone che si trovavano con lei sono state assalite da una banda di tre uomini armati durante la visita a Fort Jesus, un forte portoghese del 16esimo secolo, considerato dall'Unesco un patrimonio dell'umanità. Il tentativo di difendersi della donna russa e dei suoi accompagnatori ha innescato la reazione dei delinquenti che hanno aperto il fuoco e sono scappati dopo aver messo le mani su macchine fotografiche, telefoni cellulari e altri oggetti personali. - Fonte: Il Giornale