sì, viaggiare (nel Bel paese) mappa per ripartire
Il saldo tornerà positivo solo nel 2023. Ma due terzi dei nostri connazionali quest'anno farà le ferie. Il 43%, però, prenota all'ultimo I più giovani rinunciano per via delle restrizioni. Tengono seconde case e affitti, scelti dal 53% di chi si sposta
Andrea Salvadori
Il ritorno ai numeri del 2019, un anno record per il turismo italiano, probabilmente non avverrà prima del 2023, ma quel che è certo è che la ripresa potrà contare soprattutto sull'aumento della spesa da parte dei nostri connazionali, sempre più orientati a trascorrere le vacanze nel Bel Paese e a rinunciare ai soggiorni oltre confine. Mentre la ripartenza degli arrivi internazionali sarà più lenta e graduale, al netto dell'effetto del «green pass lanciato dal premier Mario Draghi». Sono alcune delle evidenze che emergono dalle ultime previsioni dell' Enit (l'Agenzia nazionale del turismo) e dalla ricerca «Le trasformazioni in atto nel turismo: atteggiamenti e nuove abitudini degli Italiani nel 2021», condotta da Bva Doxa su un campione di mille persone maggiorenni.
L'analisi sarà al centro di un incontro di «Bit Digital Edition 2021», la manifestazione di Fiera Milano dedicata ai viaggi e al turismo che si svolgerà online dal 9 all'11 maggio per gli operatori e dal 12 al 14 per il pubblico.
I numeri
Partiamo dai numeri: il turismo riparte dopo un 2020 segnato da un calo della spesa di 92 miliardi di euro rispetto a due anni fa, mentre per il 2021, si legge nel bollettino dell'Ufficio studi dell'Enit, la previsione è di un'ulteriore perdita di 47 miliardi, prendendo come termine di confronto sempre il 2019.
D'altronde, lo scorso anno il numero di visitatori (italiani e stranieri) è diminuito del 55%, mentre quest'anno scenderà del 34%. Per tornare ai livelli di due anni fa, considerando che anche nel 2022 il saldo sarà negativo (-7%), bisognerà aspettare il 2023 (+3%) con una crescita più sostenuta nel 2024 (+11%).
Lo scorso anno il turismo internazionale ha diminuito la sua spesa in Italia per 27,9 miliardi, rispetto ai 44,5 miliardi del 2019, mentre per il 2021 la diminuzione dovrebbe essere pari a 20,7 miliardi.
Nel 2020 gli italiani hanno speso 64,4 miliardi in meno per viaggi e vacanze, cifra che dovrebbe migliorare notevolmente quest'anno e scendere solo di 25,8 miliardi. Se la spesa dei turisti stranieri supererà il dato del 2019 solo nel 2024 (1,5 miliardi in più), quella degli italiani sarà in crescita invece già il prossimo anno (un aumento di 10,5 miliardi) consolidandosi poi nel 2023 (fino a 19,5 miliardi) e nel 2024 (sfiorando i 28 miliardi di crescita).
È dunque evidente che, come conseguenza dell'emergenza sanitaria, il turismo vivrà sempre di più, nei prossimi anni, di flussi interni.
La destinazione Italia, ad esempio, sarà scelta quest'anno dall'85% dei connazionali, evidenzia la ricerca di Bva Doxa. «Per il 26% dei turisti si tratta di una consuetudine consolidata, mentre per il 54% la decisione è stata presa non come ripiego, dal momento che i viaggi oltreconfine sono limitati (lo scorso anno la spesa degli italiani che si sono recati all'estero è passata da 27 a 10 miliardi), ma come un'opportunità per conoscere e scoprire cultura, arte, natura, gastronomia del Bel Paese», sottolinea Cristina Liverani, Kids & Special projects unit manager di Bva Doxa. «Inoltre, restare in Italia per tanti significa contribuire alla ripartenza di quelle attività duramente colpite dalla pandemia e sostenere così l'economia nazionale».
Secondo la ricerca, il 67% degli italiani sta pensando di fare le vacanze estive (il 32% sicuramente sì e il 34% probabilmente sì). Il dato è in crescita tra i cittadini del Nord Italia (73%). Il 15% ha già prenotato almeno una tra struttura ricettiva o extra-ricettiva e il mezzo di trasporto, il 42% lo farà nei prossimi mesi, mentre il 43% prenoterà all'ultimo momento.
Nuove abitudini
Tanti italiani invece (il 23% del campione) resteranno probabilmente a casa, per questioni economiche legate alla crisi provocata dal Covid, ma anche per la paura del contagio. Il 33% di chi non partirà è frenato dalle restrizioni imposte dall'emergenza, che renderebbero poco piacevole il viaggio. Di questi, il 47% sono giovani tra i 18 e i 35 anni.
La pandemia si farà sentire anche sulla scelta delle mete e dell'organizzazione del viaggio. Il 29% degli interpellati punterà su località e periodi meno frequentati, il 21% su mete più vicine a casa, mentre il 20% dovrà fare i conti con una ridotta disponibilità economica. Nella scelta delle strutture ricettive, emerge la predilezione per la seconda casa di proprietà o per una casa in affitto (53%), il 37% andrà in hotel e il 22% in agriturismo. L'auto sarà il mezzo più utilizzato per gli spostamenti (83%).
Fonte = L'ECONOMIA - CORRIERE DELLA SERA 10/05/21