Serve una calamita-Italia per attrarre più visitatori
«Il primo input del mio mandato è stato quello di rispedire quattro dirigenti da Roma all'estero, perché è lì, a diretto contatto con gli operatori stranieri, che si combatte ogni giorno la battaglia dell'incoming, fondamentale, come conferma anche il nostro recentissimo monitoraggio (vedere box nella pagina seguente), per il rilancio economico del turismo in Italia», spiega Andrea Babbi , da un anno direttore generale dell'Agenzia, che nel 2014 può contare su un contributo statale di circa 18 milioni di euro. «Dal primo gennaio», aggiunge, «i nostri rappresentanti sono tutti fisicamente presenti nelle sedi delle sette direzioni d'area che presidiano la promozione turistica dell'Italia nel mondo da New York, San Paolo del Brasile, Francoforte, Parigi, Mosca, Pechino e Tokyo, in stretta sinergia con il nostro ministero degli Esteri».
Ridefinito il fronte operativo, di cui fanno parte anche 23 uffici variamente dislocati, ma ora tutti in capo ai dirigenti d'area, Babbi (cinquant'anni, economista, una carriera spesa al servizio delle imprese del terziario e dal 2006 al vertice della promozione turistica dell'Emilia Romagna, la sua regione) ha messo mano ai conti, cercando di invertire la tendenza che aveva condannato negli ultimi anni la vecchia Enit al puro mantenimento della struttura. «Più che attuare una spending review, ho agito con la diligenza del buon padre di famiglia, riducendo i costi di gestione: risparmiando, per esempio, il 60% negli affitti di sei importanti sedi all'estero (riaperte all'interno di consolati o ambasciate o in coabitazione con camere di commercio o Ice), abbattendo del 50% i costi telefonici e di connettività internazionale, utilizzando esclusivamente software open source, eliminando le auto blu. E per il 2014 prevediamo un altro 12% di tagli». L'azione di risanamento, che ha permesso il recupero di risorse a favore dell'operatività, va di pari passo con la rimotivazione del personale: circa 180 persone in pianta stabile, di cui cento all'estero a sostegno della rete, che è poi la vera mission dell'Agenzia.
«In questi mesi abbiamo riavviato le relazioni e accompagnato imprese, consorzi e regioni verso i grandi tour operator leader nei rispettivi Paesi in occasione di eventi e manifestazioni in Italia e all'estero, con azioni di comarketing, sponsorizzazione, workshop ed educational, non più solamente fere. L'obiettivo finale», rileva ancora Babbi, «è quello di sostenere dal punto di vista promo-commerciale chi in Italia ha camere da vendere: quei 5 milioni di posti letto, fra alberghieri e non alberghieri, che possono essere giornalmente offerti sui mercati, venendo incontro alla domanda fortunatamente in crescita del turismo internazionale, che compensa il calo di quello interno, frenato dalla crisi». L'appuntamento dell'Expo, in questo senso, è una chance irripetibile. «È per l'Agenzia che dirigo l'occasione della svolta, ma è anche un'opportunità perché tutto il Paese cambi, ci creda. Ogni italiano», esorta Babbi, «si deve sentire testimone, ambasciatore personale di Expo e dell'Italia verso ogni tipo di rapporto che ha all'estero, si tratti di amici, clienti o fornitori, facendo in modo che nel 2015 ciascuno di loro sia invitato a venire in Italia per visitare la sua città, il suo territorio e in aggiunta l'Expo. Turisticamente parlando, il made in Italy è oggi il nostro primo prodotto, al pari del Colosseo, della Torre di Pisa o delle Dolomiti patrimonio dell'Unesco. E l'Esposizione universale 2015 come tale va promossa, venduta, fatta conoscere al mondo: Expo made of Italians».
Per l'Enit, la collaborazione con Expo e le regioni è partita subito recuperando il tempo perso: «Abbiamo realizzato insieme missioni commerciali in Usa, Cina, Corea e Giappone, i mercati più lontani, che era urgente incontrare. E stiamo lanciando le azioni per Medio Oriente, Sud Est Asiatico e Oceania. Entro i prossimi sei mesi completeremo il road show raggiungendo Americhe, Russia e a seguire tutti i Paesi europei». Un tema collegato alla crescita dell'incoming è ridurre la barriera dei visti turistici, per cui l'Agenzia sta intervenendo con proprio personale per aiutare le sedi diplomatiche a rilasciare i visti in tempi più rapidi (oltre 250 mila quelli evasi in più nel 2013), concentrati soprattutto nell'area Russia ed Est europeo: «Con un investimento inferiore a 250 mila euro, siamo riusciti ad assicurarci un numero quasi pari di presenze aggiuntive, che sul nostro territorio lasceranno ben più di un euro a testa». Ma il problema va inquadrato in quello più generale della digitalizzazione di tutti i processi interni al Paese, di cui il governo Letta ha investito direttamente Enit ed Expo. «Non c'è più tempo da perdere. Alla Borsa del turismo online di Firenze abbiamo registrato anche la disponibilità del mondo del web a collaborare fattivamente al progetto, dal basso». Un altro tema è la diatriba fra Stato e regioni su chi debba avere la titolarità sul settore. «Il turismo è un bene di tutti e la nuova Agenzia dà risposte operative alle regioni e ai privati, perché la realtà è più veloce dei cambi costituzionali», chiosa Babbi, che ha davanti a sé due mesi di intenso lavoro sul fronte delle grandi fere mondiali del turismo cui l'Agenzia, assieme a regioni, operatori ed Expo, sarà presente con il «nuovo» marchio Italia: da Madrid a Milano (con la Bit), da Berlino a Mosca. «L'Italia esce dalla crisi di questi anni con il turismo, occorre crederci e investirci veramente». - Fonte: Il Mondo (di Paolo Crespi)