Serbia, italiani a +2% grazie ai city break
Aumentano le presenze di nostri connazionali, con Belgrado e Novi Sad in cima alle preferenze. Ma non mancano altri attrattori, dalle crociere sul Danubio ai tour tra monasteri e fortezze
Un +2% di arrivi dall’Italia nei primi otto mesi del 2019. E’ questo lo stato dell’arte del turismo incoming della Serbia, che vede dal Bel Paese un trend costantemente in crescita dal 2016. I pernottamenti da gennaio ad agosto sono stati 79.553, con una permanenza media pari a 2,2 notti e con un market share del 3%. Il flusso turistico registrato in generale segna un +5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e conferma che la maggior parte dei turisti sceglie un viaggio city-break su destinazioni come Belgrado e Novi Sad, quest’ultima Capitale europea della cultura per il 2021.
Tra i principali attrattori, oltre alle città, l’ente del turismo serbo cita “i tour tra monasteri e fortezze, una crociera lungo il Danubio o uno stop-over lungo un viaggio nell’ex-Jugoslavia. La Serbia è una meta ideale anche in occasione delle prossime festività di fine anno, quando luci e musiche accolgono i turisti, facendo loro vivere le emozioni delle tradizioni locali”.
Al momento Air Serbia (in codesharing con Alitalia) collega l’Italia a Belgrado con voli giornalieri da Roma e da Malpensa e - quattro volte a settimana - anche da Venezia. Dal mese di luglio si sono aggiunte due rotte da Bologna e Roma a Niš – la città dove nacque l’Imperatore Costantino – due volte a settimana, rispettivamente martedì/giovedì e martedì/venerdì. Il viaggio aereo dura meno di due ore ed è sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio.
Fonte = GUIDA VIAGGI 04/10/19