“Senza turismo non c’è ripresa” L’analisi di Borsa Italiana
21 Maggio 2021
"Senza la ripartenza del turismo non è realizzabile quella necessaria ripresa economica che è da più parti auspicata". Lo dice Borsa Italiana nell’analisi pubblicata oggi sul suo sito, nell’ambito del progetto Italian Factory.
Il turismo, si legge nello studio, “è uno dei settori che ha risentito per primo e in modo più violento della crisi sanitaria. Le misure introdotte per limitare i contagi nel mondo hanno portato a una quasi completa cessazione delle attività turistiche in maniera improvvisa, diffusa e simultanea. Secondo l'Unwto, gli arrivi turistici internazionali sono diminuiti di circa il 75% e i livelli sono tornati indietro di quasi 30 anni; è stimato un calo di quasi 1 miliardo di arrivi, con un impatto economicoche vale circa 2 trilioni di dollari (il 2% del Pil mondiale); circa 100 milioni di posti di lavoro sono a rischio, specie tra le donne e i giovani."
L’analisi prosegue dando la consistenza economica del comparto in Italia e raccomandando un lavoro fondamentale da parte della politica.
“Il settore – si legge nello studio - , pur in mezzo a tante difficoltà, si sta preparando per ripartire. Ma bisogna tener conto di alcuni cambiamenti prodotti dall’esperienza della pandemia, non solo nell’organizzazione e nelle strategie delle aziende turistiche ma anche nei comportamenti e nelle scelte dei viaggiatori stessi, più orientati verso un turismo di prossimità e maggiormente attenti alla sostenibilità ambientale".
"Il ruolo della politica è accompagnare questi cambiamenti partendo innanzitutto dall’introduzione di misure adeguate a colmare quei tradizionali gap strutturali di contesto che pongono l’Italia in una posizione arretrata rispetto ai principali competitor. Secondo le classifiche internazionali del WEF, su infrastrutture, digitalizzazione, burocrazia, trasporti, promozione dell’immagine del paese c’è ancora molto da fare."
Fonte = TTG ITALIA 21/05/21
Il turismo, si legge nello studio, “è uno dei settori che ha risentito per primo e in modo più violento della crisi sanitaria. Le misure introdotte per limitare i contagi nel mondo hanno portato a una quasi completa cessazione delle attività turistiche in maniera improvvisa, diffusa e simultanea. Secondo l'Unwto, gli arrivi turistici internazionali sono diminuiti di circa il 75% e i livelli sono tornati indietro di quasi 30 anni; è stimato un calo di quasi 1 miliardo di arrivi, con un impatto economicoche vale circa 2 trilioni di dollari (il 2% del Pil mondiale); circa 100 milioni di posti di lavoro sono a rischio, specie tra le donne e i giovani."
L’analisi prosegue dando la consistenza economica del comparto in Italia e raccomandando un lavoro fondamentale da parte della politica.
“Il settore – si legge nello studio - , pur in mezzo a tante difficoltà, si sta preparando per ripartire. Ma bisogna tener conto di alcuni cambiamenti prodotti dall’esperienza della pandemia, non solo nell’organizzazione e nelle strategie delle aziende turistiche ma anche nei comportamenti e nelle scelte dei viaggiatori stessi, più orientati verso un turismo di prossimità e maggiormente attenti alla sostenibilità ambientale".
"Il ruolo della politica è accompagnare questi cambiamenti partendo innanzitutto dall’introduzione di misure adeguate a colmare quei tradizionali gap strutturali di contesto che pongono l’Italia in una posizione arretrata rispetto ai principali competitor. Secondo le classifiche internazionali del WEF, su infrastrutture, digitalizzazione, burocrazia, trasporti, promozione dell’immagine del paese c’è ancora molto da fare."
Fonte = TTG ITALIA 21/05/21