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Sardegna, i naufragi del low-cost

Sardegna, i naufragi del low-cost

Negli ultimi anni, caratterizzati da una crisi che ha portato gli armatori dei ferry ad alzare i prezzi delle tariffe, spinti anche dalla crescita del costo del carburante, due sono stati i casi eclatanti di compagnie che hanno tentato di praticare tariffe low-cost. Ed entrambi sono finiti con l'interruzione dei collegamenti.

A partire per prima era stata, nel 2011, la Saremar (ex compagnia regionale di Tirrenia), passata sotto il controllo della Regione Sardegna. Ribattezzata Flotta Sarda, la compagnia, sovvenzionata anche con fondi pubblici, sotto l'egida dell'allora governatore Ugo Cappellacci, aveva offerto collegamenti a prezzo ribassato. Ma l'avventura è durata solo due stagioni estive. Già nel 2013 l'amministrazione regionale ha fatto sapere che il servizio si sarebbe fermato. E l'Antritrust Ue ha chiesto a Saremar di restituire circa 10,8 milioni ricevuti dalla Regione Sardegna tra 2011 e 2012.

Poi è arrivata GoInSardinia, compagnia messa in piedi, con navi noleggiate, da un consorzio composto in gran parte da albergatori e ristoratori del Nord Sardegna. L'obiettivo era di offrire prezzi più bassi del 20-30% rispetto a operatori come Tirrenia, Moby, Gnv, Sardinia Ferries. Nel 2013, però, il servizio della compagnia si è interrotto a settembre per la rottura di un motore della nave Kriti I. Quest'anno le cose sono andate anche peggio: GoInSardinia ha lasciato a terra migliaia di passeggeri, interrompendo a fine agosto, per problemi economici, il servizio Livorno-Olbia offerto dall'unica unità della flotta (la nave El Venizelos dell'armatore greco Anek). Sulla questione la procura di Tempio Pausania ha aperto un fascicolo. Intanto le grandi compagnie, accusate dall'Antitrust italiano di monopolizzare il mercato proprio sulle tariffe, hanno ottenuto dal Tar del Lazio una sentenza favorevole, in cui si dice che non esiste alcun cartello.

«Non ci fa piacere - spiega Roberto Martinoli, presidente di Gnv - quanto è accaduto a GoInSardinia. Ma il problema è che, sia in questo caso, sia in quello di Flotta Sarda, sono stati offerti collegamenti non low-cost ma sottocosto. Molto significativo, poi il fatto, che GoInSardinia abbia fermato le corse in agosto, quando la stagione è al top. Spero che, a questo punto, tutti capiscano che i servizi per le isole hanno un prezzo sotto il quale è impossibile lavorare. Bisogna anche dire, però, che l'ingresso sul mercato di queste attività sporadiche fa danni enormi al mercato: se parte del traffico ci viene portato via da operatori saltuari, diventa difficile per noi abbassare le tariffe». Sulla stessa linea Ettore Morace, ad di Tirrenia Cin: «Quanto accaduto a GoInSardinia è la dimostrazione pratica di quanto sia difficile far quadrare i conti. In realtà la Sardegna è servita bene dalle compagnie che ci sono stabilmente».

Sul tema interviene anche Manuel Grimaldi, presidente di Confitarma: «Credo sia importante ricordare che la filosofia del low-cost non è quella di un prodotto scadente, ma si basa su alcuni fondamentali principi: lo yield management, cioè il prezzo mobile; lo user pay principale, cioè l'utente che paga a bordo i servizi aggiuntivi; la gestione snella e un grande uso di Internet con software complessi. Nei casi di quest'estate non possiamo parlare di low-cost ma di poor service. Infatti, sulle rotte per la Sardegna e Brindisi (il riferimento è all'annullamento, in agosto, della rotta del traghetto Larks per Corfù della compagnia greca Egnatia Seaways, ndr), sono state utilizzate navi di 30 anni e oltre, sulle quali non venivano nemmeno offerti ai passeggeri alcuni servizi essenziali. Non vi è da sorprendersi, quindi, se questi collegamenti, realizzati con unità sub standard, sono stati addirittura soppressi». - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Raoul de Forcade)