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Rivoluzione nei cieli. Le grandi compagnie ci faranno volare con i marchi low cost

Rivoluzione nei cieli. Le grandi compagnie ci faranno volare con i marchi low cost

23 Dicembre 2014

E dopo un decennio di sfibrante (e inutile) guerra a colpi di sconti contro le low cost, hanno deciso che per batterle c'è un solo modo: copiarle. Ripartendo da zero, inventandosi un proprio marchio a basso costo e sfidandole - per la gioia dei passeggeri - sul loro terreno preferito: i prezzi. La prima a cedere - gettando l'orgoglio alle ortiche - è stata l'aerolinea inglese, sostituendo un bel po' delle sue rotte a breve e medio raggio con i voli al risparmio della controllata Vueling. Ora anche Parigi e Berlino, malgrado le resistenze dei sindacati e gli scioperi, hanno varcato il Rubicone. E nelle ultime settimane hanno fatto decollare quasi in contemporanea Transavia ed Eurowings, i loro servizi low cost.

L'orizzonte è chiaro: i tre giganti si sono tirati fuori dall'arena e in futuro si occuperanno di gestire solo le lucrose - e meno trafficate - tratte intercontinentali. A fare il lavoro sporco di trincea contro Ryanair e Easyjet saranno invece i loro cloni. Che grazie a un costo del lavoro ridotto e a un modello di business più agile potranno (forse) competere ad armi pari con i nuovi padroni dei cieli della Ue. I numeri, come sempre capita in un mondo dove la stella polare è il profitto, spiegano tutto. Le compagnie tradizionali hanno tagliato del 30%i loro costi dal 2007 al 2013. Eppure per ogni miglio di volo spendono ancora 3,5 centesimi a passeggero, controi 2,5 dello low-cost.

Certo i servizi a bordo sono più curati, i bagagli di stiva sono gratuiti, si atterra nei grandi aeroporti e snack e bibite sono gratuiti e non cari come un caffè al Florian di Piazza San Marco. Il conto finale però è salato: un viaggio Roma-Londra con le "vecchie glorie" costa 12mila euro in più di quello delle concorrenti a basso prezzo. E la differenza finiscono per pagarla i clienti. Il prezzo medio di un biglietto della Ryanair (sostiene un report presentato agli analisti della società irlandese) è di 48 euro, contro gli 82 della Easyjet, i 211 della Lufthansa, i 261 della Air France e i 282 della Ba-Iberia.

I soldi nella vita non sono tutto. Ma quando c'è da tirar fuori qualche centinaio di euro, specie in momenti di crisi come questi, contano parecchio. Non solo. Mentre i vettori tradizionali hanno provato a giocarsi la partita limando un po' i loro listini (viaggiare in Europa costa oggi il 30% in meno di dieci anni fa), le low-cost hanno iniziato ad avvicinare i loro standard di servizio a quelli delle rivali. Assegnando i posti a bordo, inventandosi una simil-business e vendendo biglietti flessibili, un po' più cari ma riutilizzabili in date differenti. Risultato: le compagnie a basso prezzo si sono conquistate un passeggero alla volta il 50% del traffico intraeuropeo.

Ryanair con 81 milioni di passeggeri all'anno è di gran lunga la compagnia del vecchio continente che trasporta più persone davanti a Easyjet (52) e Lufthansa (50).E guadagna qualcosa come 12-15 euro ogni 100 euro incassati. Un bel gruzzoletto visto che i competitor, quando va bene, ne mettono assieme tra i 3 e i 5. La Borsa, che quanto ad affari ne mastica, ha preso debita nota: la società di Michael O'Leary vale sul listino 13 miliardi contro i 9 di Easyjet, i 6 di Lufthansa e i 2,2 di un ex-gigante come Air France. Queste cifre spiegano bene perché tra le new entry a basso costo e i decani dei cieli europei non ci sia stata finora partita.

Lufthansa, Air France e British hanno provato a reggere l'onda d'urto dei rivali con una sorta di austerity faidate grazie a timide concessioni sindacali. Sforzi inutili. Un volo Roma-Parigi per il 29 gennaio costava sui siti delle singole aziende tra i 18 e i 42 euro con Ryanair e Easyjet contro i 152 di Air France. Per viaggiare dalla capitale italianaa Francoforte nella stessa data, l'aerolinea irlandese chiedeva 19,9 euro rispetto ai 651 di Lufthansa e Alitalia! Vueling, Eurowings e Transavia sono così un modo per prendere il toro per le corna.

Queste nuove realtà sono decollate più leggere, senza i vecchi (e spesso onerosi) contratti di lavoro delle rispettive case madri. Volano con meno assistenti di volo, con un utilizzo più elevato del mezzo e senza garantire fringe benefits come il pranzo a bordo. Ergo hanno i margini di manovra necessari per provare a sfidare le low cost lavorando sui prezzi dei biglietti. I programmi sono ambiziosi: la società nata dalla costola di Air France avrà nel 2020 100 aerei contro i 41 di oggi. E investimenti altrettanto significativi sono previsti per la figlioccia a basso costo di Lufthansa. Basterà per ribaltare le sorti della partita tra gli ex-Davide e gli ex-Golia? Molti osservatori sono scettici.

«Il mercato in effetti è già un po' troppo affollato così», ha ammesso persino il numero uno dell'aerolinea transalpina Alexander de Juniac. Non solo. Il rischio è che mentre i vettori storici provanoa sferrare il contrattacco sulle rotte europee, il nemico gli rientri dalla finestra. Lanciando la sfida delle low cost anche nell'Eldorado del lungo raggio. «Prima o poi succederà - dice Tim Clark, numero uno della Emirates - . E il decollo dei voli transatlantici a forte sconto cambierà per sempre il settore come è successo in Europa. La possibilità di risparmiare diverse centinaia di euro avvicinerà molti nuovi passeggeri al trasporto aereo. E chi non starà al passo con i tempi rimarrà fuori gioco, come è capitato a diverse compagnie in Europa».

In Asia sta già succedendo. NookScoot (controllata in parte da Singapore Airlines) e Air Asia x operano già con successo collegamenti a basso costo su rotte che durano anche sette ore. La Norwegian sta saggiando il mercato anche nel Vecchio continente e la neonata Wow Air ha promesso a breve il lancio di collegamenti tra Europa e Stati Uniti a 120 euro. Il sogno è vecchio come l'utopia - fallita - della Lakers Express negli anni '70. Ora però i tempi sono cambiati. I grandi produttori di aerei offrono jet come l'A330 molto economici e con un'autonomia di 11mila chilometri. E il modello Ryanair (O 'Leary sogna da tempo un proprio volo da e per gli States) e Easyjet è lì a dimostrare che il mercato per questo tipo di offerta c'è. La rivoluzione dei cieli europei ha già ribaltato le gerarchie nel Vecchio continente. E a festeggiare, una volta tanto, sono stati i consumatori. La speranza di tutti - meglio non dirlo a Lufthansa & C. - è che ora arrivi il bis su scala mondiale.

I NUMERI

50% VOLI LOW COST EUROPEI

È la quota dei voli low cost sul totale delle rotte all'interno del continente europeo

81 mln PASSEGGERI RYANAIR

Sono i passeggeri trasportati da Ryanair nel 2013, contro i 50 milioni di Lufthansa e i 42 di Emirates

2,5 cent COSTO A MIGLIO

È il costo per sedia a miglio di un vettore low cost, contro i 3,5 centesimi di uno tradizionale

-30% TAGLIO DEI COSTI

È il taglio operato dai vettori tradizionali tra il 2007 e il 2013, ma non è bastato a reggere il confronto

Le prime dieci compagnie aeree per passeggeri (dati in milioni, 2013) Delta Air Lines (Usa) Southwest Airlines (Usa) United Airlines (Usa) Ryanair (Irlanda) Lufthansa (Germania) EasyJet (Regno Unito) China Eastern Airlines (Cina) American Airlines (Usa) Us Airways (Usa) Cina Southern Airlines (Cina) - Fonte: La Repubblica (di Ettore Livini)