Rapporto Italiadecide: Dopo 30 anni tornare primi nel turismo
Il rapporto è stato presentato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel 2012, oltre 130 milioni di persone hanno attraversato i confini italiani. Di queste, più del 60% erano stranieri e il 55% ha effettuato almeno un pernottamento fuori dal proprio Paese di residenza. I turisti stranieri hanno speso in Italia oltre 32 miliardi di euro e gli italiani all estero più di 20, generando così un saldo netto positivo nella bilancia turistica di 11,5 miliardi di euro. Secondo le stime 2013 del Wttc (World Travel & Tourism Council), il valore aggiunto dell industria turistica in Italia è stato di 63,9 miliardi di euro, ovvero pari al 4% del Pil nazionale. Prendendo in considerazione il valore aggiunto dell intera economia turistica, questo valore arriva a 161 miliardi di euro che corrispondono al 10,2% del Pil.
L Italia è valutata soltanto al 79esimo posto per quanto riguarda la misura con cui il governo ritiene prioritaria l industria turistica (la Spagna è decima, la Francia trentacinquesima). La nostra capacità di accoglienza vale tra i 45 e i 50 milioni di turisti all anno contro i 57 della Spagna e gli 80 della Francia. Le presenze turistiche in Italia si concentrano principalmente nella stagione estiva (giugno-agosto): in questi tre mesi si sono registrate il 53,4% delle presenze annuali. In rapporto al Pil il peso del turismo (misurato come somma delle spese turistiche dall estero e di quelle domestiche) è diminuito dal 5,3% del 1998 al 4,9% nel 2008, dopo aver raggiunto un picco del 5,5% nel 2000 per effetto del Giubileo. L attivo turistico, dopo aver toccato un massimo dell 1,2% del Pil nel 1995, si è progressivamente ridotto all 1% nel 2001 ed allo 0,7% nel 2012.
Nel decennio 2002-2012 la quota di mercato a prezzi e cambi correnti dell Italia sugli introiti turistici mondiali è scesa dal 5,5 al 3,7%3, con una riduzione in termini percentuali di oltre il 30%. Con l ingresso di nuovi rilevanti attori nel mercato del turismo internazionale (in particolare la Cina e la Turchia), il ridimensionamento delle quote dei Paesi incumbent è, almeno in parte, un fenomeno fisiologico. Ma il peggiore andamento dell Italia in termini di introiti turistici si legge nel rapporto parrebbe dovuto principalmente ad aspetti (qualità dei servizi, dotazione infrastrutturale, sicurezza, accessibilità, politiche settoriali, innovazione dei prodotti turistici, ecc.) non legati all andamento complessivo dei prezzi . - Fonte: Il Giornale del Turismo sito web