Pubblicità e rete, l Europa piega Google
Eccoli: d'ora in poi, se uno di noi vorrà prenotare su Internet un albergo o un aereo o avere informazioni su qualunque offerta più o meno commerciale, sulla pagina dei risultati si vedrà offrire con pari evidenza almeno tre altri servizi di ricerca, oltre a quello dello stesso motore Google già di per sé in primo piano. Perciò, almeno in teoria: più occasioni di raffronto con più concorrenza, pari opportunità di accesso ai prodotti senza «dirottamenti» sulla rete, prezzi più miti per i consumatori. E niente più sospetti di monopolio nell'offerta, come invece aveva dubitato a suo tempo l'Antitrust Ue, sotto la guida del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, aprendo un'indagine per abuso di posizione dominante sul mercato Internet. L'indagine in sé non è finita. Ma il negoziato assai spinoso, apertosi nel 2013, si avvia a una chiusura ora, anche perché Google accetta di tramutare le sue promesse in altrettanti obblighi legali, e una commissione indipendente sorveglierà per 5 anni sul suo operato.
Le nuove offerte, ha spiegato ieri Almunia, saranno «chiaramente visibili agli utenti» sulla pagina, «e saranno anche attraenti: per esempio, se Google usa una fotografia per promuovere i suoi servizi, una foto che è un elemento-chiave per attrarre gli utenti, i servizi rivali avranno anch'essa una foto. Questo garantirà una scelta reale fra differenti alternative. E spetterà agli utenti - solo a loro - scegliere quella che preferiscono. Ci preoccupava il fatto che, il visto il trattamento favorevole di Google verso i suoi stessi servizi, altri servizi ugualmente o più importanti potessero essere meno visibili o non direttamente visibili». D'ora in poi, Google consentirà anche ai fornitori delle offerte la possibilità di abbandonare le sue pagine, il suo motore di ricerca, «se lo vorranno e senza paura di ritorsioni: fino a oggi, era libera di copiare i contenuti dai rivali senza alcuna restrizione».
La lista degli inviti, o comandamenti, non è finita. Google accetta di cancellare ogni clausola di esclusiva dai suoi accordi con chi eventualmente procura le «inserzioni» per questa o quella ricerca. Bruxelles commenta orgogliosamente il risultato: «Nessun altro Antitrust nel mondo ha raggiunto simili risultati - dice ancora Almunia - ricordiamoci che i nostri colleghi della Commissione federale sul commercio negli Usa hanno indagato sulle stesse questioni: e se è vero che si trovavano di fronte a una diversa situazione di mercato, non hanno però richiesto a Google delle azioni di portata così grande»
Intanto è stato pubblicato il maxicompenso del presidente esecutivo ed ex Ceo di Google Eric Schmidt: cento milioni di dollari in titoli vincolati più un premio in contante per 6 milioni di dollari. Infine, il nuovo numero uno della controllata YouTube potrebbe essere una donna: Google avrebbe già nominato Susan Wojcicki, una manager di lungo corso del colosso, in sostituzione di Salar Kamangar. - Fonte: Corriere della Sera (di Luigi Offreddu)