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Pressing Iata: aiuti dai governi per evitare la catastrofe

Pressing Iata: aiuti dai governi per evitare la catastrofe

A meno di interventi tempestivi da parte dei governi, sono a rischio 1,3 milioni di posti di lavoro nelle compagnie aeree e questo rischia di provocare un effetto domino in grado di mettere in bilico altri 3,5 milioni di impieghi nel settore aereo. È quanto ha detto il ceo di Iata, Alexander de Juniac, durante un briefing, sottolineando come come la perdita di connettività aerea rischia di avere un impatto drammatico sul Pil globale mettendo a repentaglio attività economiche per 1.800 miliardi di dollari.

In particolare secondo i calcoli di Iata, le compagnie dovrebbero tagliare almeno del 40% il costo del lavoro nel 2021 per avere la stessa produttività del 2019, ma questo non basterà ad evitare che brucino cassa anche l’anno prossimo. «I governi devono agire in fretta per impedire questa imminente catastrofe economica e occupazionale, devono farsi avanti con ulteriori misure di sostegno finanziario e devono introdurre test sistematici per rilevare il Covid in modo da poter riaprire i confini senza il ricorso a misure di quarantena», ha proseguito de Juniac.

In particolare, secondo i calcoli del capo economista di Iata, Brian Pearce, «il costo del lavoro (dei vettori) andrebbe ridotto del 40% rispetto al 2019 per avere la stessa produttività. Ma anche se ci si riuscisse le compagnie continuerebbero a bruciare cassa nel 2021, perché i costi unitari resterebbero più alti dei ricavi unitari».

L’associazione, infatti, ha rivisto al ribasso le stime per il 2021, mentre quest’anno è atteso un dimezzamento dei ricavi a 419 miliardi di dollari e una perdita netta aggregata di tutte le compagnie mondiale di 84,3 miliardi. Iata prevede che l’anno prossimo i ricavi totali delle compagnie saranno del 46% inferiori a quelli del 2019 (838 miliardi di dollari), mentre la stima precedente era di un calo del 29%. In base a questi calcoli i ricavi totali l’anno prossimo dovrebbero essere pari a 452 miliardi, 33 miliardi in più di quest’anno.

Per quanto riguarda l’introduzione dei test generalizzati prima della partenza, Iata ne sta parlando con l’Icao, l’associazione internazionale dell’aviazione civile, e direttamente con diversi governi. «Stiamo sempre aspettando che l’Icao emetta delle raccomandazioni per la fine di ottobre, questo dovrebbe avvenire. Vorremmo avere una giusta raccomandazione e che fosse seguita da molti governi. Ma questa è un’altra cosa. Speriamo di avere qualcosa che possa essere applicato nelle prossime settimane, nella stagione invernale», ha concluso de Juniac.

Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 28/10/20