Piano da 600milioni per Sharm
Un grande villaggio fatto di piscine, ville, appartamenti e poi di ristoranti, hotel e servizi che ha cambiato in un certo senso il concetto di seconda casa messa a reddito e di vacanza degli italiani. Oggi, a distanza di vent'anni e con uno scenario internazionale totalmente differente, Preatoni rilancia l'attività immobiliare turistica con il completamento del progetto Sharm e con l'avvio di un altro "sogno", in Myanmar, la ex Birmania, dove mare, clima e isole paradisiache sono un must ancora da esplorare.
Cosa è oggi l'Egitto di Sharm?
Una realtà molto diversa, un Paese che ha affrontato un radicale e anche cruento cambiamento e che ora ha bisogno di ripresentarsi al mondo per recuperare immagine nell'attività dove è più forte, il turismo. È in questo scenario che il governo egiziano ha deciso di riprendere il discorso con noi, là dove era stato interrotto.
Perché interrotto?
Verso di noi, a un certo punto, c'è stato un vero boicottaggio, un ostracismo nato da invidie e dissapori all'interno della compagine governativa che era al potere. Ora le cose sono cambiate. E questo ha aperto la strada al completamento di quanto era già previsto. Alle spalle di Coral Bay realizzeremo un piccolo lago di Como sulle rive del quale costruiremo un certo numero di ville da mettere in vendita più un hotel a otto stelle e un acquapark. E poi partiranno i lavori per completare il Green Bay, un villaggio adatto ad ospitare anche equipe e squadre sportive che hanno necessità di trascorrere lunghi periodi invernali in un clima unico.
A quanto ammonta l'investimento?
Tra lago di Como e Green Bay investiremo 600 milioni di dollari. Nella costruzione del Coral Bay investimmo 250 milioni di dollari. Parliamo di 6mila vani tutti venduti e di 1.900 camere d'hotel.
Nei giorni scorsi il ministro del turismo egiziano, Hisham Zaazou, è stato in Italia per presentare un piano di investimenti sulla costa del Mediterraneo. Il progetto è quello di valorizzare la costa tra Alessandria e El-Alamein. Anche lei farà parte dell'iniziativa?
Ho incontrato a Roma il ministro egiziano e abbiamo parlato di Sharm. Il Governo del Cairo è interessato a rivalorizzare l'area e il turismo. Per quanto riguarda la costa del Mediterraneo, non parteciperemo. Il programma è interessante, ma ha dei limiti rispetto a Sharm, primo fra tutti il fattore climatico.
Ma oggi il turismo in Egitto è sicuro, alla luce di quanto sta accadendo in tutto lo scacchiere mediorientale?
Oggi l'Egitto è un Paese stabile e i luoghi turistici sono molto sorvegliati. Il rischio di attentati è presente ovunque, ma non in modo particolare in Egitto.
Questo può condizionare il flusso di grandi capitali di investimento?
In giro per il mondo non vedo grandi capitali d'investimento verso il turismo. Vedo invece tanti piccoli investitori che vogliono acquistare seconde case per trascorrere le vacanze e dalle quali ottenere anche un reddito. I nostri immobili, con gli affitti, garantiscono un ritorno dell'investimento.
Dopo l'Egitto, il Myanmar. Perché questa scelta?
Il progetto è alle battute iniziali. Abbiamo già una concessione regionale e siamo in attesa delle concessioni nazionali. Applicheremo il modello Sharm a una località della ex Birmania per attrarre clienti e investimenti orientali, dalla Cina all'India. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Roberto Iotti)