Parte la nuova Alitalia. Rincorsa verso gli utili
La nuova Alitalia guidata da una compagine privata è ormai pronta, e le attese del rinnovato board, ora ufficialmente presieduto da Luca Cordero di Montezemolo affiancato da Silvano Cassano nel ruolo di amministratore delegato, sono di raggiungere il pareggio già nel 2017.
Un obiettivo, quello del ritorno al nero, che nelle passate gestioni è stato rinviato troppo a lungo e che ora gli emiri di Abu Dhabi, detentori del 49 per cento delle quote della newco che decollerà dal 1° gennaio 2015, non possono più procrastinare. Ma il nuovo amministratore delegato sembra avere le idee ben chiare: il programma di rilancio per il biennio 2015-2017 è già stato presentato e i profitti dovrebbero tornare in cassa proprio dal 2017.
Le previsioni per tornare alla redditività, in termini numerici, parlano di 3,7 miliardi di fatturato e 108 milioni di utili, stando a quanto aveva ipotizzato alcune settimane fa James Hogan, chief executive di Etihad e ora anche vicepresidente di Alitalia, in occasione del lancio dell'aereo cobrandizzato Alitalia-Etihad in vista di Expo. Un risultato da raggiungere anche attraverso l'eliminazione delle rotte interne poco remunerative; gli aerei liberati da quelle tratte potranno infatti volare su rotte europee da e per Malpensa.
Dal 2015-2016, secondo Cassano, dovrebbero esserci degli sviluppi "molto chiari", che verranno realizzati attraverso alcuni passaggi fondamentali. In primis la revisione profonda del network, chiaramente improntato al lungo raggio, considerato a chiare lettere "il mercato più remunerativo"; ai collegamenti, si affiancherà "l'arrivo di un nuovo look e un marchio rilanciato", grazie anche all'appeal del made in Italy.
L'assetto strategico comunque non lascia spazio ai dubbi, e le intese tra Alitalia ed Etihad entreranno sempre più nel vivo. "Puntiamo a lavorare in partnership con Silvano Cassano e il nuovo consiglio d'amministrazione per ridisegnare la compagnia aerea - dichiara infatti Hogan -. Abbiamo una visione chiara e un business plan solido per porre le basi per un'azienda sostenibile e redditizia, con un funzionamento efficiente". Una macchina da soldi che seguirà, sulla carta, le orme dei soci di Abu Dhabi.
Insomma, tutta un'altra storia rispetto a quanto si è visto negli ultimi anni, cioè un'Alitalia che aveva investito, anche per scarsità di risorse economiche, su un mercato a bassa redditività come quello a medio e corto raggio, rinunciando quasi del tutto al long haul. E che, in termini numerici, ha incassato da dicembre 2008 a tutto il 2013 perdite nette per un miliardo e 527 milioni di euro.
Le speranze dell'a.d. Cassano parlano anche di nuove risorse sul fronte dei lavoratori, stando a quanto riportava alcuni giorni fa La Stampa: "Speriamo che la crescita preventivata ci permetta di assorbire nuove risorse. E lavoriamo con Etihad per lo scambio di personale giovane e non giovane". - Fonte: TTG Italia (di R.P.)