Astoi Confindustria viaggi
La qualità alla guida del turismo
News Turismo
Overtourism, c’è chi dice no dall’Everest alle isole Faroe

Overtourism, c’è chi dice no dall’Everest alle isole Faroe

09 Ottobre 2019

Migliaia di turisti si accalcano in alcune delle località più suggestive del pianeta, mettendo a rischio non solo la loro sicurezza, ma anche l’integrità del patrimonio naturale. Per questo motivo, sempre più siti turistici hanno deciso di inserire l’accesso limitato alle zone più visitate, o addirittura interdirle, per preservare la loro bellezza e contrastare il fenomeno dell’overtourism.

In un video, il Sole24Ore ne ha individuati sei: dall’Everest alle Isole Faroe, in Danimarca. A causa della quantità di rifiuti abbandonati sul posto, diventata ingestibile, la Cina ha chiuso il campo base dell’Everest in Tibet ai turisti, consentendone l’accesso soltanto a chi ha un permesso per scalare la montagna più alta del mondo.

Dal prossimo gennaio 2020, il governo indonesiano chiuderà, per almeno un anno, l’accesso al parco naturale dell’isola di Komodo sia per contrastare il contrabbando del famoso varano, la lucertola più grande del mondo, che l’invasione in massa degli ospiti che potrebbe in qualche modo danneggiarne la sopravvivenza.

Maya Bay, la spiaggia celebre per il film “The Beach” con Leonardo Di Caprio, che si trova sull’isola Koh Phi Phi, è stata gravemente danneggiata dai visitatori e per questo ne è stata decretata la chiusura. Inizialmente solo per quattro mesi, è stata poi interdetta al pubblico a tempo indeterminato per permettere alle autorità tailandesi di valutare lo stato dei danni. È sparito quasi l’80% dei coralli della baia, complici anche le creme solari e le pericolose sostanze in esse contenute. Ma, da quando la spiaggia è stata chiusa, nel 2018, si è già verificata una progressiva rigenerazione dei coralli e banchi di squali sono stati visti aggirarsi nelle acque cristalline.

Da aprile dello scarso anno, per 7 mesi, l’isola di Boracay, nelle Filippine, è stata interdetta ai turisti. Definita dal presidente Rodrigo Duterte una vera e propria “fogna”, a causa dell’inquinamento provocato dai turisti e dallo sviluppo edilizio incontrollato, dopo la bonifica l’isola è ritornata accessibile con delle restrizioni: non si potrà bere né fumare in spiaggia.

Dopo aver acquisito popolarità per far da sfondo a uno dei video musicali della pop star Justin Bieber nel 2015, il Fjadrargljufur Canyon in Islanda è stato chiuso ai turisti per tre mesi, lo scorso marzo, a causa del calpestio dei visitatori, sommato ai consueti effetti del disgelo, accentuati da un inverno particolarmente umido, che hanno trasformato l’area e gli stessi sentieri per il pubblico in una fanghiglia inaccessibile.

Lo scorso aprile, per un weekend, le Isole Faroe sono state chiuse per manutenzione. Le 18 isole vulcaniche rocciose situate tra l’Islanda e la Norvegia nell’oceano Atlantico del Nord, hanno vietato l’accesso ai visitatori stranieri per ripristinare le bellezze architettoniche e naturalistiche, in parte rovinate dal turismo di massa. Un team di un centinaio di volontari ha lavorato al ripristino delle aree interessate insieme alla gente del luogo. Il numero dei visitatori degli ultimi anni ha influito nell’organizzazione dell’iniziativa: nel 2018 circa 110mila turisti sono arrivati sulle isole, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.

Fonte = VIAGGIOFF 09/10/19