«Norme internazionali per il rilancio del turismo »
Il presidente dell'Organismo nazionale normazione illustra le regole in esame «L'Italia rischia di essere tagliata fuori dalla definizione dei regolamenti»
Carlo Marroni
Lo scorso anno il turismo internazionale ha rappresentato 400 milioni di notti trascorse nel nostro paese. Globalmente il settore turistico rappresenta il 13% circa del Pil. È (assieme al risparmio) il "petrolio" che non abbiamo sotto terra. Con la pandemia da Covid le cifre del 2020, e anche in parte del 2021, saranno drammaticamente molto diverse, ma proprio per questo bisogna prepararsi. Come? Prima di tutto con regole-chiave che diano all'Italia pari opportunità rispetto ai paesi competitori sul turismo.
E queste regole - per ogni attività economica, industriale e di servizi, tutto insomma - si scrivono in luoghi precisi anche se sconosciuti ai più, dove si misura la potenza e la capacità di influenza di un grande paese. Anzi in un luogo, a Ginevra, presso l'Iso, Organizzazione internazionale per la normazione, la più importante per la definizione delle norme tecniche di cui il Sole 24 Ore si è occupato di recente con un'intervista al presidente di Ispi e Fincantieri Giampiero Massolo a proposito della strategia di penetrazione della Cina.
E per il turismo? È attualmente in discussione la norma-chiave per il futuro, denominata "Tourism ad related services Iso/TC 228". Una sigla oscura, dietro cui si celano tutte le regole per offrire servizi turistici alla massa enorme che si rimetterà in moto dopo l'arrivo del vaccino. A guidare il comitato che gestisce questo cantiere normativo è la Spagna (la co- segreteria è tunisina, quindi forse nella sfera di influenza francese), paese di forte attrazione. E l'Italia? Al momento è assente. La questione di una presenza forte dell'Italia in questi "snodi" decisivi è un tema che traversa tutti gli ambiti.
In Italia il soggetto è Uni, Organismo Nazionale di Normazione nato nel 1921 che svolge per legge l'attività di normazione tecnica volontaria per la sicurezza degli impianti, prodotti, processi, servizi, partecipa all'attività di cooperazione internazionale e promuove la cultura in materia. Presidente è Pietro Torretta, che guida 4.200 soci (di cui 3.800 industrie). E Torretta lancia un appello per una maggiore attenzione generale - prima di tutto governativa - su questi temi, a partire proprio dal turismo, visto che sono in lavorazione norme Iso su heritage hotel, traditional restaurant, accessible tourism e sustainable tourism. Non solo: Iso sta elaborando un documento che stabilisce linee guida e raccomandazioni per le organizzazioni turistiche per prevenire la diffusione del Coronavirus SARS-CoV 2 e riguarderà tutta la catena del turismo. «Quindi è fondamentale - dice Torretta che ricorda come la normazione ha sempre svolto la funzione di "Soft Law" che nasce dal basso, dalla partecipazione allo Stato- Comunità - che l'Italia sia parte attiva perché la definizione delle regole di qualità del turismo in un mercato ormai globalizzato è affidato al sistema della normazione internazionale (Iso) e alle sue componenti europee (Cen) e nazionali (Uni). Inoltre perché le prerogative del nostro Paese - eleganza, simpatia, buon gusto, bellezza - devono essere identificate e definite in prestazioni di qualità, confort, affidabilità in modo da agevolare le scelte soggettive degli individui e degli operatori». Agli standard Iso è affidata la definizione delle norme sui porti turistici e sugli aspetti ambientali delle strutture turistiche, sui servizi per il diving, le informazioni turistiche, il turismo wellness/spa e talassoterapia, turismo avventura e noleggio yacht.
«La mancata presenza di rappresentanti del settore turistico italiano rende impossibile valorizzare le specificità e le esigenze che non saranno così tenute in conto dalle norme Iso. Il rischio che corre l'Italia è che tra pochi anni possa essere tagliata fuori dai flussi turistici internazionali perché gli operatori stranieri che comprano milioni di posti letto faranno ai nostri albergatori, ristoratori e altri delle richieste di qualità e servizio (quelle stabilite dalle norme Iso) messe a punto da paesi concorrenti, con il rischio che il nostro paese non sia in grado di garantire generando così un aumento dei costi». Prova di tutto questo è che l'espansione della domanda di turismo degli ultimi anni è stata sostenuta da quei paesi che principalmente si affidano alle norme Iso per gestire il loro business come garanzia di qualità ai propri clienti. Accanto a questo tema generale del turismo poi si affianca - aggiunge Torretta - la norma sulla sharing economy (Iso/TC324) che intende stabilire standard volti a favorire una comprensione e regole comuni a livello globale. Il tutto per garantire maggior sicurezza e qualità dei servizi/transazioni per far crescere la fiducia nelle piattaforme (come mercati alternativi), tutela e sicurezza dei lavoratori come degli utenti/consumatori. Su questo segmento la posizione di forza è del Giappone, e anche qui l'Italia è assente. Infine la Sustainable Finance (Iso/TC322) «che - precisa Torretta - intende identificare standard nel campo della finanza sostenibile per integrare le considerazioni sulla sostenibilità, comprese le pratiche ambientali, sociali e di governance nel finanziamento delle attività economiche». E anche qua l'Italia non risulta, mentre la posizione di forza è del Regno Unito. Cosa chiedete per queste sfide? «Il sostegno da parte del governo per presidiare i luoghi decisionali, mantenendo la nostra indipendenza, magari anche con sforzi su pubblicità istituzionale sui canali tv».
Fonte = IL SOLE 24 ORE 20/11/20