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Non solo Palme

Non solo Palme

14 Dicembre 2014

Del resto il Paese che nel 1492 ospitò la prima colonia permanente europea su territorio americano è cresciuto molto e si sta togliendo di dosso lo stereotipo di meta dove gli abitanti sono sempre in festa a suon di merengue e i turisti vengono solo per le spiagge e il mare turchese. E lo fa anno dopo anno dotandosi di infrastnitture moderne, promuovendo la sua storia, favorendo la libera attività imprenditoriale e aprendosi sempre più alla vicina America del nord e alla più lontana Europa con nuovi collegamenti aerei e con un interscambio economico sempre più ricco. Di motivi per tenere aperta l'ambasciata ce ne sarebbero diversi: oltre 10mila italiani con residenza ufficiale nell'isola, altri 10mila domiciliati con residenza più o meno temporanea, dettata molto spesso da attività lavorative stagionali o da ricongiungimenti familiari.

Oltre a ciò, sono quasi 53mila i turisti italiani che nei primi 8 mesi del 2014 hanno raggiunto la Repubblica Dominicana per trascorrervi un periodo di vacanza o per motivi di lavoro (+1,6% rispetto allo stesso periodo del 2013) e più di 400 le imprese iscritte alle due camere di commercio italodominicane. A questo si aggiunge uno scambio commerciale tra i due Paesi che è passato dagli 80-90 miliardi di dollari del 2003 agli oltre 1.700 del 2013. Numeri in crescita che stanno facendo della capitale Santo Domingo una delle più importanti città caraibiche nel settore del business travel.

Santo Domingo

La capitale della Repubblica Dominicana è una metropoli in pieno sviluppo economico e sociale: nuovi quartieri e grandi catene di hotel in fase di apertura si alternano a centri commerciali, locali alla moda, ristoranti e bar che regalano alla "capitai" una dinamica vita notturna e un'intensa attività economica. L'apertura di una linea di metropolitana nel 2008 (mentre una seconda è in costruzione) ha contribuito non poco a un salto di qualità del quale hanno beneficiato ampie fasce di popolazione il cui livello medio di occupazione - basso fino ai decenni passati - negli ultimi anni è salito lentamente, dando vita a una nuova middle class quasi sconosciuta fino all'inizio degli anni Novanta. Gli abitanti sono spesso impiegati nel turismo, che ancora oggi rappresenta (insieme al settore agricolo) l'industria numero 1 per l'intera Repubblica Dominicana e anche per la sua capitale. Oggi Santo Domingo aspira a diventare uno dei cuori finanziari dei Caraibi e a fare concorrenza alle città internazionali per la qualità dell'ospitalità turistica.

«Negli ultimi anni - spiega l'italiana Ruth Palermo, incaricata commerciale del tour operator dominicano Colonial Tours, partner di diversi operatori italiani - sono aumentati i pernottamenti dei nostri connazionali a Santo Domingo, meta che unisce il fascino della vita notturna con quello della "zona colonial", la parte più antica della città che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio mondiale dell'umanità: si tratta, infatti, del più antico nucleo ancora esistente fondato dagli spagnoli nel Nuovo Mondo, con edifici del sedicesimo secolo e la più antica cattedrale di tutte le Americhe».

Puerto Plata

Se nel 1964 l'Autostrada del Sole accorciò l'Italia, l'autostrada Santo Domingo-Puerto Plata ha reso più piccola la Repubblica Dominicana e facilitato l'accesso alla zona nord del Paese. Fino a qualche anno fa per coprire gli oltre 200 chilometri che separano queste due città situate su coste opposte occorrevano diverse ore di guida, ma agli inizi del decennio è stato aperto un lungo tratto autostradale e sono stati rimodernati altri tratti, che permettono di effettuare il tragitto in circa 3 ore. Nell'agosto 2015, poi, sarà la volta dell'inaugurazione del tratto nord tra Uvero alto e Sabana de la mar, che chiuderà una sorta di anello lungo tutta la costa del Paese, accorciando le distanze tra gli aeroporti e le principali destinazioni turistiche. Se Santo Domingo è la capitale indiscussa dell'economia e della vita notturna del Paese, Puerto Piata è la principale città della costa settentrionale, con circa 300mila abitanti e grandi possibilità di investimento soprattutto nel settore turistico.

Un'industria, questa, che si basa sui circa 100 chilometri di spiagge della provincia - la gran parte incontaminate, come quelle di Sosua e di Cabarete - , sui resort sorti in riva al mare, sui campi da golf e su numerosi progetti di sviluppo. Primo fra tutti quello da 385 milioni di euro a Playa Grande, circa 45 minuti di auto a est di Puerto Plata: incentrato sulla costruzione di un resort di lusso, di un campo da golf e di altre strutture ricettive e servizi commerciali, sportivi e per il tempo libero, interesserà un'area di 9,5 milioni di metri quadrati che saranno oggetto di interventi ad alta sostenibilità ambientale.

Oltre ai resort, però, l'area di Puerto Plata è caratterizzata anche dalla presenza di musei che ripercorrono la storia della colonizzazione fino agli anni recenti, di abitazioni vittoriane del 19esimo secolo, di una fortezza del 1577, di parchi acquatici, di locali tipici e di una teleferica costruita negli anni Settanta da un'azienda lombarda: collega la città con la cima del monte Isabel de Torres, cu cui si trova un giardino botanico.

Opportunità di investimento

«Investire nella Repubblica Dominicana? Si può. Anzi: si deve. Sta infatti per essere approvata una legge che elimina le imposte per chi investe nel turismo. Se si garantiscono progetti di lunga durata, si ha diritto a un fortissimo sconto fiscale in grado di rendere profittevole un impegno economico». A parlare è Juan Martin De Oliva, vicepresidente corporativo settore turismo del Banco Popular Dominicano. Alla fine degli anni Novanta questo manager andaluso ha lasciato il sole caldo del sud della Spagna per quello ancora più caldo della Repubblica Dominicana, ricoprendo un ruolo di rilievo in uno dei più importanti istituti bancari del Paese caraibico, con una sezione ad hoc per sviluppare progetti turistici di piccola, media o grande dimensione.

Ma chi investe nella Repubblica Dominicana? «Ci sono fior di investitori pronti a farlo! Del resto le condizioni sono favorevoli e il Paese sta vivendo un lento ma costante sviluppo economico e sociale. Per ora gli investitori nel turismo sono stranieri, nell'80% dei casi spagnoli e per il 20% principalmente nordamericani. Negli ultimi 10 anni la nostra banca - l'unica ad avere una sezione dedicata al turismo - ha concesso prestiti per 1,4 miliardi di dollari».

Cresce l'offerta alberghiera

Incontrata in occasione del workshop Santo Domingo destino capitai, Lina Matos è direttrice dell'Associazione alberghiera di Santo Domingo, che attualmente comprende 25 hotel a 4 e 5 stelle per un totale di 3.500 camere, neli'80% dei casi occupate da un sempre crescente turismo d'affari e per il rimanente 20% destinate a una clientela leisure, che soggiorna a Santo Domingo per allungare la propria vacanza balneare di una settimana o per visitare la città coloniale.

«Nell'ultimo anno - spiega Lina Matos - abbiamo visto uno sviluppo importante di hotel, soprattutto nel settore business, congressuale e incentive, visto che la città è il principale centro finanziario e industriale della Repubblica Dominicana. Nel primo semestre del 2014 sono stati aperti un nuovo JW Marriott, un 5 stelle lusso con 150 camere, e l'Embassy Suites by Hilton con una struttura 5 stelle con 180 camere, tutte suite. Verso la fine dell'anno prossimo, poi, aprirà un InterContinental Real 5 H stelle lusso con più di 200 camere nella zona centrale di Piantini, non lontano dal JW Marriott H e da un nuovo centro commerciale. Molte strutture si stanno rinnovando, come l'Hotel Renaissance Jaragua, sul lungomare a meno di un chilometro dalla zona coloniale, mentre tante altre - soprattutto di piccole dimensioni e di charme - stanno aprendo in tutta la città».

Turismo in crescita

Friulano doc, Lorenzo Sancassani da circa 30 anni ha scelto di vivere nella Repubblica Dominicana dove lavora nell'industria turistica come responsabile dell'area nord per il Ministero del Turismo della Repubblica Dominicana: un territorio, questo della provincia di Puerto Plata, non toccato dal turismo di massa ma non per questo meno interessante. Mission l'ha incontrato nel corso della terza edizione di Discover Puerto Plata, la fiera del turismo tenutasi nella città caraibica.

«L'industria del turismo è in gran parte in mano agli stranieri, che qui hanno trovato un panorama fertile in cui investire per creare ricchezza - spiega Sancassani -. Anche perché il PIL cresce del 34% annuo. E questo, soprattutto in un momento in cui la crisi economica ha colpito l'Italia, fa sì che siano in aumento coloro che vogliono trasferirsi qui a vivere e a lavorare, coprendo ruoli qualificati per i quali non si trova personale locale. Attenzione, però: non si pensi di venire qui a far festa e buttarsi alle spalle responsabilità e professionalità. Se si desidera davvero cambiare, il mio suggerimento è quello di portarsi dietro il proprio know how italiano. Pertanto, bando all'improvvisazione: chi in Italia fa il medico, il comunicatore o l'elettricista, deve venire qui a fare gli stessi lavori, senza improvvisarsi ristoratore o venditore di panini e bibite sulla spiaggia, come molti pensano di fare».

La zona di Puerto Piata ha infrastrutture adeguate a ricevere un turismo di qualità. «Prova ne è che i tour operator di Europa e America hanno sottoscritto importanti accordi con le strutture ricettive e con i corrispondenti locali. Fra i miei obiettivi ci sono quelli di aumentare i voli diretti dall'Europa e migliorare ulteriormente le infrastrutture alberghiere. A tal proposito, lo Stato da incentivi a investire e le banche sono molto attive nei prestiti, con tassi che variano dal 12 al 14%».

La "Republica" in cifre

10 milioni: il numero degli abitanti (come la Lombardia)

48.730 km2: la superficie totale (come Piemonte e Lombardia insieme)

4,2 miliardi di dollari americani: le entrate derivanti dal turismo nei primi 9 mesi del 2014 (+11,5% sullo stesso periodo del 2013)

+ 10%: variazione negli arrivi turistici da gennaio a settembre (+13,3% nel solo mese di settembre)

Wi-fi

La Repubblica Dominicana è un Paese a banda larga: in quasi tutti gli hotel, in molti uffici pubblici, su alcuni pullman turistici a lunga percorrenza o nei principali luoghi affollati di viaggiatori, è presente la connessione wi-fi gratuita, rendendo di fatto molto facile mantenere contatti personali o di lavoro con l'Italia.

PIL in salita

Da gennaio a settembre 2014 il tasso di crescita del PIL nella Repubblica Dominicana è stato del +7% rispetto allo stesso periodo del 2013. In particolare, le costruzioni hanno segnato un +10,7% e hotel, bar e ristoranti un +8,2%, a dimostrazione che l'industria turistica rappresenta un traino per l'economia del Paese caraibico (fonte: Banco Central Dominicano). - Fonte: Mission (di Andrea Barbieri Carones)