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«No a liste nere tra i Paesi Ue» Di Maio preme, Berlino avverte: restrizioni dove risalgono i casi

«No a liste nere tra i Paesi Ue» Di Maio preme, Berlino avverte: restrizioni dove risalgono i casi

19 Maggio 2020

Il nodo da sciogliere per il turismo italiano è la Germania. Perché i turisti tedeschi sono fondamentali per la sopravvivenza delle nostre strutture ricettive e perché se Berlino ritiene l'Italia un Paese sicuro per andare in vacanza, a questo punto anche gli italiani vedranno spalancarsi le porte degli altri Stati Ue. Sul turismo funziona come sugli altri dossier europei: Germania e Francia (che non ha mai chiuso le frontiere con noi, come ha ricordato ieri il presidente Macron) danno la linea. Entrambi i Paesi puntano a riaprire completamente il 15 giugno. È probabile che poi gli altri Stati seguiranno l'esempio.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta lavorando all'obiettivo insieme al suo collega al Turismo, Dario Franceschini. Ieri il titolare degli Esteri tedesco Heiko Maas ha organizzato una video conferenza, fortemente voluta anche da Roma, con i colleghi che rappresentano le destinazioni turistiche più importanti per i tedeschi: Italia, Grecia, Croazia, Spagna, Austria, Cipro, Portogallo, Malta, Slovenia e Bulgaria. Hanno discusso di ingressi, quarantena e collaborazione fra gli enti sanitari. Di Maio è stato chiaro: «È inammissibile che ci siano black list tra Paesi Ue. Se non cambiamo direzione, ci saranno serie ricadute economiche sul comparto turistico di tutti i Paesi europei, non solo dell'Italia». Noi apriamo in anticipo rispetto agli altri le frontiere da e per tutti i Paesi Schengen, la Gran Bretagna e i microstati europei senza limitazioni di causa e senza obbligo di quarantena. Per Di Maio «è il momento di riaprire i confini, senza ricorrere a sleali corridoi turistici con accordi bilaterali ed eliminando l'Italia dalle liste nere dei diversi ministeri degli Esteri», i cosiddetti «sconsigli di viaggio». E ha aggiunto: «Noi lo faremo ma ci aspettiamo reciprocità».

Anche la Germania non vuole accordi bilaterali, sono contrari allo «spirito europeo», ha detto Maas. La Slovenia è quindi avvertita (come la Grecia). Sabato il premier di Lubiana Janez Jansa aveva detto che avrebbe riaperto le frontiere ai cittadini Ue ma prima servivano negoziati bilaterali con i suoi vicini. Per Berlino, tuttavia, è ancora presto per decidere e raccomanda cautela: «Auspico che tutti possano avere la situazione sotto controllo a un certo punto - ha detto Maas - in modo che si possa di nuovo viaggiare in tutti i Paesi senza avere riserve». Il 15 giugno Berlino vuole eliminare le attuali limitazioni di viaggio e sostituirle «con specifiche avvertenze per determinati Paesi». Ieri la cancelliera Angela Merkel è stata diretta: «Dobbiamo avere il coraggio di far sì che là dove si registrano infezioni più alte ci siano restrizioni nazionali». Di Maio si è impegnato a «fornire un report settimanale in più lingue dell'andamento epidemiologico regione per regione» e ha sottolineato che «le nostre strutture sono pronte, preparate e all'avanguardia». Resta da superare lo scoglio Austria, che ha già riaperto le frontiere con Germania, Liechtenstein e Svizzera. Ma ha ribadito il no all'Italia se non per motivi di lavoro e traffico merci.

Fonte = CORRIERE DELLA SERA 19/05/20