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Natale, quarantena per chi viaggia

Natale, quarantena per chi viaggia

ROMA Chi sceglierà di andare all'estero per le vacanze natalizie, al ritorno dovrà osservare un periodo di quarantena obbligatoria che potrebbe essere di due settimane. È questa la soluzione che il governo potrebbe adottare per evitare gli spostamenti e soprattutto scongiurare i rischi di un'impennata dei contagi da coronavirus, come accaduto la scorsa estate.

Una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza aggiornerebbe la lista dei Paesi a rischio - che già comprende Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito - aggiungendo l'Austria, la Svizzera e gli altri Stati che non aderiranno all'accordo europeo per chiudere le piste da sci. Nel corso della riunione di oggi tra governo e capidelegazione si affronteranno tutti i nodi ancora aperti in vista del nuovo Dpcm in vigore dal 4 dicembre, con le regole per il periodo di Natale, che, come ha ricordato Conte, obbliga a «maggiori cautele per prevenire un'impennata di contagi». Poi il premier e i ministri si confronteranno con i governatori, così da mettere a punto un provvedimento per le festività che mantenga la stessa linea in tutta Italia.

Piste chiuse
Ogni Stato ha piena autonomia, ma se davvero si riuscirà a siglare l'accordo per tenere chiusi gli impianti da sci anche in Francia e Germania, saranno poste limitazioni strette per i viaggi in Austria, Slovenia e negli altri Stati dove si va generalmente per le vacanze sulla neve. La Svizzera concede l'ingresso agli italiani soltanto per motivi di lavoro, quindi è probabile che venga inserita nella lista.

Confini regionali
Intenzione del governo è vietare lo spostamento anche tra quelle regioni che entreranno nella fascia gialla di rischio. «Gli ospedali sono ancora in affanno, non si può sostenere una terza ondata a gennaio e quindi non possiamo far circolare 7, 8 milioni di cittadini come accaduto in estate», ripete il ministro Francesco Boccia. I presidenti di Regione sono contrari, temono un nuovo, durissimo colpo per le attività economiche e turistiche già in estrema crisi. E dunque non è escluso che si prevedano alcune deroghe.

I parenti stretti
Una delle eccezioni potrebbe essere concessa per il ricongiungimento familiare tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi. Oltre al ritorno presso l'abitazione di residenza o il domicilio potrebbe essere consentita, ad esempio nel caso di anziani soli, la possibilità di muoversi da una regione all'altra.

Feste vietate
Le feste nei locali pubblici e nei luoghi privati resteranno vietate. Per le case private si sta pensando di inserire nel Dpcm la raccomandazione di limitare gli ospiti e i commensali a tavola: la decisione non è presa, ma il governo potrebbe suggerire di non riunirsi in più di 6, 8 persone, anche per proteggere anziani e persone con fragilità. 

Negozi e coprifuoco
I negozi potrebbero ottenere il permesso di chiudere alle 22 e i centri commerciali saranno aperti nel fine settimana e nei giorni festivi. In questo caso il coprifuoco potrebbe slittare alle 
23. A Natale e Capodanno potrebbe esserci un'ulteriore allungamento oltre le 24, ma molto dipenderà dalla situazione epidemiologica. Se la circolazione libera di persone dal 4 dicembre - con la maggior parte di Regioni in zona gialla - dovesse far risalire la curva, non è esclusa un'ulteriore stretta.

L'attenzione continuerà a essere puntata sul monitoraggio settimanale, che avrà parametri diversi, come hanno chiesto i governatori. Soltanto quando l'Rt sarà ampiamente sotto l'1 e per diverse settimane, si valuterà l'apertura serale di bar e ristoranti, ma anche delle altre attività come palestre e centri estetici. In attesa del vaccino che, anticipa Agostino Miozzo del Cts, «si valuta se rendere obbligatorio per alcune categorie».

Fonte = CORRIERE DELLA SERA 26/11/20