Meridiana, parte la vertenza sui 1300 lavoratori a rischio
E all'esultanza del premier Renzi i dipendenti rispondono con toni duri: «Se trecento colleghi hanno avuto la possibilità di ottenere i benefici della mobilità lunga è solo merito della nostra tenacia. Siamo stati lasciati da soli fino all'ultimo». L'unico accordo trovato finora è quello del 27 dicembre. Un'intesa che però riguardava solo i dipendenti vicini alla pensione e i volontari. Fino a ieri gli uffici di Meridiana, a Olbia e Malpensa, hanno raccolto le adesioni e in serata il bilancio è ben distante delle previsioni iniziali: meno di 300 firme a fronte di un'ipotesi iniziale di circa 450.
«Erano numeri azzardati, forse anche dolosamente gonfiati - attacca la segreteria della Filt Cgil - Sembra che si volesse cercare a priori la legittimità per una nuova procedura di licenziamento collettivo». Il 9 gennaio inizia il braccio di ferro per la parte più grossa dei lavoratori a rischio. E le tensioni tra azienda e sindacati salgono con parecchi giorni d'anticipo: «Mentre i termini per l'adesione erano ancora aperti, Meridiana si è affrettata ad annunciare l'apertura di una nuova procedura di mobilità - aggiungono dalla Cgil - L'intento era quello di indurre un numero di lavoratori più alto possibile ad aderire a questo programma, senza attendere l'apertura del confronto al Ministero dello Sviluppo economico».
La nuova trattativa, infatti, non la condurrà più il ministero del Lavoro. Perché il governo ha in mente di costringere Meridiana a presentare un piano industriale più articolato che non preveda solo tagli e licenziamenti. «La prossima fase non sarà meno delicata - commenta il sottosegretario Teresa Bellanova - Finora è stata premiata l'insistenza di chi consigliava di non tenere in ostaggio questi lavoratori». Le magliette rosse che negli ultimi mesi hanno invaso l'Italia e raggiunto Parigi e Bruxelles, sono già pronte a una nuova mobilitazione. «L'accordo sui volontari è servito solo a mettere una toppa ad una procedura illegittima e non risolve le cause che hanno portato Meridiana in questa situazione - rincara la dose la Filt Cgil - La soluzione passa per un accordo che contempli il rilancio industriale».
Qualcuno intanto lancia alla compagnia dell'Aga Khan proposte concrete per il rilancio. Uno è Andrea Mascia, il comandante che ha trascorso 50 giorni su una torre-faro a 40 metri per costringere la compagnia a trattare con i dipendenti: «Lavoratori e azienda devono fare pressione su Regione e Governo per fare in modo che il futuro della nostra compagnia passi attraverso nuovi progetti e nuove rotte. Non basteranno i licenziamenti per evitare lo schianto». - Fonte: La Stampa (di Nicola Pinna)