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Made in Italy, impasse sull'Enit

Made in Italy, impasse sull'Enit

Ice e Invitalia sempre più vicine mentre l'Enit potrebbe allontanarsi. Il piano per un'Agenzia unica in cui fondere commercio estero, investimenti esteri e turismo continua a non piacere al ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini: le idee e le bozze sono ancora tutte sul tavolo e non si può escludere un intervento sotto forma di emendamento al decreto ma a questo punto va sciolto innanzitutto il nodo "politico".

A circolare ancora con una certa insistenza è inoltre il nome di Luca Cordero di Montezemolo. Ma appare più facile che il presidente di Alitalia, e probabile prossimo presidente del Comitato Promotore di Roma 2024, assuma un ruolo di consigliere del premier per il made in Italy.

Un passo indietro. Il decreto sblocca Italia dello scorso settembre ha messo nero su bianco le competenze dell'Agenzia Ice per il commercio estero anche in tema di attrazione degli investimenti esteri. Di qui l'idea di accorpare all'Ice l'area di Invitalia (l'ex Sviluppo Italia) che opera nello stesso campo con una dozzina di addetti. Il passaggio successivo è stato immaginare l'integrazione dell'Enit.

Ma nel frattempo, come previsto dal decreto Cultura, l'Agenzia nazionale del turismo è stata al centro della trasformazione affidata a un commissario straordinario, individuato in Cristiano Radaelli, da ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico in ente pubblico economico. Radaelli ha svolto il suo compito ma, oltre due mesi dopo la scadenza dei termini, manca ancora il Dpcm per l'approvazione dello Statuto. È chiaro che quest'attesa è legata a filo doppio al progetto dell'Agenzia unica, che nel frattempo ha raccolto primi apprezzamenti dalle imprese.

Tuttavia le complicazioni, anche di tipo giuridico, non sarebbero state sciolte. Il sindacato Cisl Fp dell'Ice ha ad esempio rimarcato la difficoltà di omogeneizzare il profilo contrattuale del personale considerando la trasformazione in corso dell'Enit in ente pubblico economico.

Ad ogni modo sembra blindata almeno la parte del progetto che prevede di unificare all'Ice la divisione investimenti esteri di Invitalia e di lasciare la vigilanza al ministero dello Sviluppo. Tra i nostri diretti competitor, c'è un modello a cui ispirarsi: il primo gennaio 2015 la Francia ha unificato in "Business France" l'Agenzia francese per lo sviluppo internazionale e l'Agenzia francese per gli investimenti esteri. - di Carmine Fotina - Fonte: IlSole24Ore