Ma sui francesi il governo raccomanda: «Il loro peso azionario sia trascurabile»
IERI VERTICE A ROMA FRA I COMMISSARI, I LEGALI AMERICANI E QUELLI DI FERROVIE: ATLANTA CHIEDE PROROGA A METÀ MARZO PER IL VETTORE USA LA STRUTTURA DELLA COMPAGNIA ITALIANA VA BENE, BISOGNA SOLO OTTIMIZZARE GLI ORARI DA FIUMICINO E LINATE
ROMA L'alleanza Fs-Delta Airlines-Air France Klm può far decollare Alitalia, ma il governo pone una condizione: il peso e il ruolo del partner franco-olandese sia trascurabile. Lo scontro in atto fra Italia e Francia sui migranti, quindi si fa sentire. Ieri pomeriggio, in una riunione di un'ora e mezza a Roma, presso lo studio Cleary Gottlieb con Giuseppe Scassellati a fare gli onori di casa, consulente di Fs, tre legali americani di Delta avrebbero delineato per la prima volta ai commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi, Stefano Paleari il piano di massima oggetto di negoziazione con Ferrovie dello Stato e che è stato discusso già nelle tre missioni ad Atlanta dei manager dell'ente ferroviario. Alla riunione di ieri non c'era l'ad di Fs Gianfranco Battisti ma alcuni suoi uomini che avrebbero ascoltato e condiviso l'illustrazione dei consulenti americani secondo i quali il piano complessivo di salvataggio della compagnia italiana in amministrazione straordinaria è in pieno svolgimento. Ma Delta ha chiesto ai commissari più tempo. Non sarebbe sufficiente la proroga dal 31 gennaio al 28 febbraio per presentare l'offerta definitiva, deliberata due giorni fa dal cda di Ferrovie: il vettore Usa chiede un rinvio a metà marzo perché la definizione completa del business plan relativo al network di nuove rotte e quelle da chiudere, deve essere raccordata e condivisa con gli altri 19 partner di SkyTeam. Da quanto trapelato si tratta di un lavoro complesso perché va a toccare le strategie di tante compagnie. I PESI NELLA GOVERNANCE Ma sul rinvio di altri due mesi circa, i commissari, già istruiti dal Mise, avrebbero avanzato perplessità: il prestito statale di 900 milioni, già prorogato una volta, scade il 30 giugno; inoltre la scadenza a metà marzo andrebbe a ricadere nella campagna elettorale europee con tutte le implicazioni del caso. I commissari si sarebbero riservati una risposta, dopo aver consultato il ministro Luigi Di Maio e il capo di gabinetto del ministero Vito Cozzoli. Per il resto l'illustrazione dei consulenti di Delta sarebbe stata ampiamente apprezzata dai commissari. Il partner americano ritiene che l'attuale network di Alitalia fatta di 77 destinazioni (22 domestiche, 39 internazionali, 16 intercontinentali) con 102 rotte, 118 aeromobili, 11.500 dipendenti, può essere funzionale al nuovo piano senza prevedere esuberi. Delta vuole ottimizzare le rotte in partenza da Fiumicino e Linate per sincronizzarle meglio dal punto di vista degli orari con il network della compagnia di Atlanta e dei partner SkyTeam. I commissari prendendo atto dello stato dell'arte, si riservano una risposta che sembra scontata sulla proroga a metà marzo. Quanto alla governance, avrebbero spiegato che il governo gradirebbe una quota di circa il 40% di Ferrovie, un peso analogo dai partner americano e franco-olandese con quest'ultimo in posizione "trascurabile". Adesso la palla è a Fs che a breve dovrà recapitare la proposta scritta di proroga a fine febbraio, anche se pende l'incognita del maggior tempo voluto da Delta.
Fonte = IL MESSAGGERO 25/01/2019