Ma la nuova era in Giappone è già cominciata
La pianificazione del ministero dell'Economia entro il 2015 diffusione dei modelli a idrogeno e una road map per le Olimpiadi del 2020.
Visione e pianificazione, questi sono i due elementi fondanti della strategia giapponese verso l'economia dell'idrogeno. La visione è chiara e per molti versi è figlia naturale della drammatica esperienza vissuta col disastro di Fukushima. Il Giappone vuole ridurre progressivamente la sua dipendenza energetica dal nucleare ed evolvere il sistema verso un modello più flessibile, meno dipendente da grandi impianti e capace di utilizzare risorse energetiche rinnovabili, che hanno il doppio vantaggio di essere disponibili sul territorio nazionale e causare un bassissimo impatto ambientale.
Le tecnologie legate alle rinnovabili, inoltre, sono destinate ad avere un mercato crescente in tutto il mondo, ogni investimento in questo settore è considerato quindi anche opportuno per sostenere la competitività dell'industria giapponese a livello internazionale. La pianificazione è a dir poco rigorosa. Nel giugno dello scorso anno è stato varata dal Meti - Ministero dell'economia, commercio e industria - la roadmap strategica giapponese per l'idrogeno e le celle a combustibile, la tecnologia cruciale per l'avvento del nuovo combustibile, che consente di convertire l'idrogeno in energia elettrica e calore grazie a una reazione con l'ossigeno, con l'emissione di solo vapore acqueo e nessuna sostanza inquinante come risulato allo scarico. Secondo la roadmap, l'era dell'idrogeno è già iniziata. Il primo anno di sviluppo delle attività è infatti il 2015 e prevede l'arrivo sul mercato della prima auto a idrogeno prodotta per la larga diffusione. Auto che è puntualmente arrivata grazie alla Toyota, maggiore azienda automobilistica del pianeta, che con il lancio della Mirai si candida alla leadership del processo di avvicinamento all'era dell'idrogeno nell'intero panorama automobilistico mondiale.
Il primo ministro Shinzo Abe, ricevendo a gennaio le chiavi di una Mirai direttamente da Akio Toyoda, presidente della Toyota, ha detto che «E' ora di introdurre un'era dell'idrogeno» e ha invitato tutti i ministeri e gli uffici pubblici a dotarsi di auto alimentate dal nuovo combustibile. Gli ordini della Toyota Mirai nel primo mese di commercializzazione in Giappone sono schizzati a quota 1.500 unità, quasi il quadruplo delle 400 unità previste dalla Toyota per il mercato interno nell'intero 2015, con oltre il 60% degli ordini proveniente proprio da uffici pubblici. L'auto a idrogeno per il Giappone può diventare una vera bandiera di eccellenza tecnologica. Dopo la Mirai arriverà entro l'anno fiscale 2015 anche la nuova Honda e nel 2017 un modello analogo della Nissan.
Poi c'è la grande occasione dei Giochi Olimpici del 2020 in programma a Tokyo e che hanno molto a che fare con l'idrogeno. Il governatore della capitale giapponese, Yoichi Masuzoe, ne ha subito fatto uno dei suoi temi più ricorrenti: «L'eredità che le Olimpiadi del 2020 possono lasciare alle generazioni future è un'economia dell'idrogeno. Abbiamo già l'auto, ma non è tutto perchè per i Giochi avremo anche i bus e vogliamo fare del villaggio olimpico di Arieke una comunità interamente basata sull'energia dell'idrogeno». Benvenuti nell'era dell'idrogeno. Di F.O. - Fonte: La Repubblica