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L'ultimatum delle regioni

L'ultimatum delle regioni

Primo fra tutti, appunto, Enit. "Siamo i primi a dire che è necessario superare l'Enit, perché così com'è serve a poco - dice Di Dalmazio -. Ma siamo chiari: serve a poco perché non ha i soldi necessari per funzionare". L'assessore chiede al Governo una presa di posizione chiara: "Decida cosa vuol fare. Se vuole scommettere sul turismo e sull'Enit, allora dia le risorse necessarie. Altrimenti, si chiuda l'Agenzia. E noi ce ne costruiremo una nostra". Le Regioni, infatti, non ci stanno ad essere additate come la causa dell'immobilità del turismo nel nostro Paese. "Non dipende dal titolo V se molte cose non sono state fatte - continua Di Dalmazio -. È una falsa soluzione pensare che se il turismo torna allo Stato le cose andranno meglio".

A dargli man forte arriva Andrea Babbi, direttore generale dell'Enit: "Ora sono le Regioni a difenderci - ha detto - perché abbiamo fatto quel che ci chiedevano. Con soli 17 milioni di dotazione, a Titolo V della Costituzione invariato, riusciamo a portare i loro operatori su tutti i mercati che contano, emergenti e non. Noi lo stipendio ce lo guadagniamo; se la politica si ferma noi non possiamo farlo". Intanto, le Regioni riconfermano la loro road map, che lancia un chiaro segnale al nuovo Governo: il turismo, lì dove è collocato ora, nel ministero dei Beni Culturali, non funziona. Il suo luogo naturale, dicono, è il Ministero dello Sviluppo Economico. Una posizione un po' differente rispetto a quella di una parte della associazioni di categoria, che invece chiedono il ritorno di un Ministero autonomo per il comparto. - Fonte: TTG Italia (di Cristina Peroglio)