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L'Uftaa alza la voce: “Via il fuel surcharge”

L'Uftaa alza la voce: “Via il fuel surcharge”

Di fronte al costo del petrolio così basso, l’Uftaa non ci sta e fa sentire la sua voce con la Iata. Con una “open question” indirizzata all’associazione internazionale dei vettori, la United Federation of Travel Agents Associations ha messo l’accento su una situazione che per molti versi ha dell’incomprensibile, chiedendo di fatto una immediata revisione dell’appliocazione automatica del fuel surcharge.
 
Durante il solo 2014, infatti, il prezzo del greggio è sceso da 110 a 40 dollari al barile, facendo risparmiare ai vettori mondiali in tutto il 2015 circa 4 miliardi di dollari. Risultato: invece di abbassare in modo proporzionale le tariffe, la maggior parte delle compagnie sta continuando ad applicare come se nulla fosse un supplemento carburante (la sigla che appare sul documento di viaggio è YQ) che va dai 25 ai 450 euro a biglietto.
 
Di fatto, quella che doveva servire per coprire i costi inattesi legati all’acquisto di carburante è adesso diventata una voce fissa nei biglietti; il tutto a danno dei consumatori che – è il caso di dirlo – raramente se ne accorgono.
 
Di qui la domanda di Uftaa: fino a quando il comportamento a dir poco disinvolto della compagnie potrà andare avanti? E ancora: questa sorta di tesoretto occulto, serve solo ad alterare i meccanismi di trasparenza dei prezzi, o piuttosto consente ai vettori di aggirare la normale imposizione fiscale? - di Giorgio Maggi - Fonte: L'Agenzia di Viaggi sito web