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«Turismo, è giunta l'ora che abbia un ministero»

«Turismo, è giunta l'ora che abbia un ministero»

18 Febbraio 2014
chiuso in queste ore l'edizione 2014 - lamentato la mancanza di politiche per il settore, di incentivi, di risorse per l'Enit, l'Agenzia nazionale del turismo. Il decreto «Valore Turismo», da tempo atteso dal mondo del turismo che avrebbe dovuto varare una serie di riforme per ridare smalto al turismo, non ha visto la luce, seppure ormai pronto, a causa della crisi di Governo. «Ci auguriamo di vedere nascere presto un ministero con portafoglio dedicato al primo settore economico del Paese, il turismo», afferma il presidentedi Federalb erghi, Bernabò Bocca, che aggiunge: «E speriamo che il decreto Valore Turismo sia tra i primi provvedimenti varati dal nuovo Esecutivo, anche perché il mondo imprenditoriale non è interessato tanto a leggi elettorali o riforme del Titolo V, bensì all'economia reale » .

«Ora ci aspettiamo che il nuovo Governo, in coerenza con quello che Renzi ha già espresso, riveda drasticamente il Titolo V della Costituzione, riportando le competenze del turismo al Governo. L'importante è riportare al centro le politica del settore: detto questo, la collocazione del Dipartimento del turismo ha una importanza relativa», afferma il presidente di Federturismo-Confindustria, Renzo Iorio, a proposito della collocazione del turismo nel nuovo Esecutivo. «Le Regioni sono le responsabili del mancato funzionamento del turismo - dice senza mezzi termini Iorio  la colpa residuale del Governo è di aver tenuto in piedi un Dipartimento che in pratica non può fare nulla». Concorda sulla riforma del Titolo V e sul ripristino del ministero cancellato, il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, che tuttavia, nel frattempo, porrebbe il Dipartimento per il turismo presso la vicepresidenza del Consiglio dei ministri.

«Ci sono fondi pari a circa 130 milioni non ancora assegnati che se il settore fosse collocato presso la presidenza del Consiglio sarebbero subito sbloccati, altrimenti non sarebbero disponibili se non prima di 6 o 7 mesi», spiega. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente di Confturismo -Confcommercio, Luca Patanè. «Noi pensiamo che la cosa migliore sia collocare il turismo sotto la vicepresidenza del Consiglio dei ministri anche perché è un settore molto trasversale». Anche per Confcommercio è essenziale la riforma del Titolo V e il ripristino del ministero del Turismo, «l'esperienza con le Regioni non ha dato i risultati sperati».

Le Regioni, dal canto loro, sono favorevoli a una collocazione del turismo presso il ministero dello Sviluppo economico, data anche la maggiore possibilità di accesso ai bandi per le imprese, e non si dicono pregiudizialmente contrarie a possibili riforme. L'accorpamento al ministero dello Sviluppo economico è infine auspicato anche dalle associazioni dei consumatori Federconsumatori ed Adusbef. - Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno (di Valentina Roncati)