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L'industria dei viaggi va di corsa, l'Asia insidia il primato dell'Europa

L'industria dei viaggi va di corsa, l'Asia insidia il primato dell'Europa

14 Aprile 2015

Milano - Quando si parla di settori dell'economia mondiale con alti tassi di crescita si pensa sempre alla tecnologia in tutte le sue declinazioni ma mai al turismo. I dati dicono invece che l'industria dei viaggi ha messo a segno progressi enormi negli ultimi decenni e la sua corsa non accenna minimamente a rallentare. Anzi, con la creazione di classi medie formate da centinaia di milioni di persone in Paesi emergenti come la Cina e l'India il turismo ha davanti a sé spazi enormi di crescita e questa è una formidabile notizia per l'Italia. Il Belpaese vanta infatti uno dei maggiori patrimoni (artistico e naturale) al mondo e, se solo saprà sfruttare queste risorse, cosa che non sempre è avvenuta, ne otterrà grandi benefici in termini di impatto sul prodotto interno lordo. Il momento è tra l'altro propizio a un rilancio del turismo: l'euro debole è un insperato aiuto ed Expo2015 la manifestazione in grado di attirare persone da tutto il mondo.

Oggi per i turisti americani e per quelli la cui valuta è legata al dollaro, come per esempio la Cina, una vacanza in Italia costa il 25% in meno rispetto a un anno fa, uno sconto formidabile per il quale gli operatori italiani non devono rinunciare a un solo euro dei loro guadagni. Si tratta di un'occasione imperdibile in un mercato globale che, per la prima volta nel 2013, ha superato la soglia del miliardo di turisti. Secondo i dati raccolti dalla World Tourism Organization, due anni fa i viaggiatori, il cui numero ha fatto registrare un balzo di ben il 60% rispetto al 2000, hanno sostenuto una spesa di 1.159 miliardi di dollari. Per comprendere il percorso fatto dall'industria del turismo negli ultimi 60 anni basti pensare che nel 1950 i turisti internazionali erano stati poco più di 25 milioni.

Questo significa che in questo arco di tempo il loro numero è cresciuto di 40 volte. E non la crescita è tutt'altro che esaurita: sempre secondo il World Tourism Organization nel 2020 si arrivarà a 1,3 miliardi di viaggiatori e nel 2030 a quota 1,8 miliardi, con un balzo dell'80% rispetto ai valori del 2013. Il Vecchio Continente non potrà però sfruttare appieno questo potenzialità di crescita: a beneficiarne sarà soprattutto l'Asia che, entro il 2030, vedrà crescere la propria quota di mercato globale dall'attuale 23% al 30%, mentre l'Europa scenderà dal 57% al 41%. Questo non comporterà comunque una contrazione dei visitatori: a fronte dei 570 milioni del 2013 (57% di 1 miliardo), se ne registreranno 738 milioni (41% di 1,8 miliardi). Le altre mete dovrebbero invece rimanere sostanzialmente stabili: l'America passerà dal 14% al 15%, l'Africa dal 5% al 7% e il Medio Oriente dal 5% all'8%.

Attualmente Francia, Stati Uniti e Spagna confermano il primato assoluto per numero di viaggiatori in arrivo, mentre altre mete europee (Italia, Regno Unito, Russia) risentono della crescente concorrenza di Cina (dal 5° al 4° posto nel ranking mondiale), Turchia e Tailandia (entrambe new entry nella top10 delle destinazioni). Se da un lato il primato degli Stati Uniti rimane ineguagliabile (nel 2013 i viaggiatori in arrivo hanno speso 126 miliardi di dollari), dall'altro Spagna e Francia (rispettivamente al secondo e terzo posto nel ranking mondiale) sono ormai incalzate dalla Cina, che può altresì vantare la presenza nella top10 delle due regioni autonome di Macao e Hong Kong, rispettivamente al 5° e 10° posto (il dato relativo alla regione autonoma di Macao risente più di altre destinazioni della componente di viaggiatori internazionali per motivi di lavoro).

L'Italia è scesa dal 4° al 6°, così come hanno perso posizioni Germania e Regno Unito. Il vero fenomeno del turismo mondiale è dunque la Cina, che vanta tassi di crescita impressionanti non solo come turisti in arrivo ma anche come turisti in partenza. Se nel 2000 la spesa dei cinesi per viaggi all'estero era di poco superiore ai 13 miliardi di dollari (7° valore più alto nel ranking mondiale), nel 2013 la spesa dei suoi abitanti che si sono recati in viaggio all'estero ha superato i 128 miliardi di dollari, 40 miliardi in più rispetto alla spesa sostenuta da statunitensi e tedeschi (rispettivamente al 2° e 3° posto).

Tra i "big spender" del turismo internazionale vanno segnalati anche: Russia, Canada, Australia e Brasile, a discapito dei Paesi dell'Europa centrale, Italia in testa (dalla 6° alla 9° posizione nel ranking). Complessivamente nel 2014 gli arrivi sono cresciuti del 4,7% a quota 1,138 miliardi, facendo così segnare il quinto anno consecutivo di crescita (un brusco stop si era registrato nel 2009 all'apice della crisi finanziaria mondiale).

L'anno scorso tutte le macro-aree mondiali hanno fatto registrare variazioni positive negli arrivi: l'incremento è stato più marcato nelle Americhe (7,4%) e in Asia-Pacifico (5,3%); seguono il Medio Oriente (4,4%), che inverte così la tendenza negativa registrata a partire dal 2011, l'Europa (3,9%) ed infine l'Africa (2,3%).

L'Europa, che si è confermata l'area più visitata del mondo, ha raggiunto quota 588,4 milioni di arrivi, con circa 22 milioni di turisti in più rispetto al 2013; l'aumento è stato significativo soprattutto nell'Europa Settentrionale e in quella Meridionale-Mediterranea (entrambe 7%). Per quest'anno infine si prospetta un altro dato positivo: la World Tourism Organization prevede infatti che gli arrivi nel mondo continueranno a crescere con un tasso compreso fra il 3 ed il 4%. - Fonte: World Tourism Organization UNWTO

Foto: Per i turisti americani e per chi usa il dollaro una vacanza in Italia costa il 25% in meno rispetto a un anno fa

Foto: Tra le attrazioni italiane le spiagge della costa mantengono il loro forte appeal

Articolo a cura di Marco Frojo - Fonte: Repubblica Affari e Finanza (ed. 27 - 13/4/2015)