«Il dg dell Enit è in conflitto d interessi»
Una lettera dell'11 novembre del direttore generale del Mibact Onofrio Cutaia al commissario straordinario dell'Enit Cristiano Radaelli invita il commissario - che con una nota aveva sollevato il problema - «a rimuovere immediatamente ogni condizione di incompatibilità in armonia con la normativa vigente». In sostanza, o Babbi rinuncia all'Iscom o va sollevato dall'Enit.
Per capire, bisogna fare un ulteriore passo indietro al settembre 2012, quando il Cda dell'Enit autorizzava Babbi, fresco di nomina, a mantenere nove incarichi aggiuntivi per compensi pari a 65mila euro annui lordi (tra cui i 25 mila di Iscom). Tutto il Cda, incluso l'ex presidente Pierluigi Celli, è indagato per quella nomina (abuso d'ufficio e mancata vigilanza). Irregolarità sfuggite, a quanto pare, anche al magistrato della Corte dei conti, Diana Traina Calaciura, che affiancava da statuto il cda, ma senza potere di voto. Anche la sua pozione è al vaglio del pm Erminio Amelio.
E non è un caso che la lettera del Mibact sia a firma del nuovo dg, subentrato a quel Roberto Rocca, anch'egli dichiarato illegittimo nel suo ruolo e firmatario della nomina di Babbi senza averne il potere. Rocca, da indagato, ha ora fatto ricorso. E negli stessi giorni, in risposta a una interrogazione parlamentare del M5s, il ministero ha sancito la «procedura non conforme» di un'altra sua nomina. L'assunzione a Promuovitalia di un parente della moglie nel 2011 (incarico poi rinnovato).
La vicenda
Dieci persone sono indagate dalla Procura per la nomina del direttore generale dell'Enit, Andrea Babbi. L'inchiesta ha coinvolto l'intero cda, l'ex presidente Pierluigi Celli e il dg del ministero del Turismo, Roberto Rocca. Anche la nomina di Rocca è stata dichiarata illegittima dalla Corte dei conti, il che ha congelato per mesi 165 milioni di fondi. Rocca firmò il contratto di Babbi. - Fonte: Corriere della Sera ed. Roma (di Fulvio Fiano)