«Il cliente? Il maggior comunicatore del brand»
Cosa rappresentano le nuove tecnologie per il turismo?
L'80% dei turisti dichiara di fidarsi più delle recensioni online che della pubblicità o dei siti istituzionali. Ma parliamo di un settore in cui il Web ha da sempre avuto un ruolo privilegiato perché è lo spazio dove si forma il desiderio e dove ci si informa per capire cosa acquistare.
Come trasformare quest'aspetto in un vantaggio competitivo?
Come tutti i fenomeni che implicano maggior trasparenza, anche questo va cavalcato e favorito. Il meccanismo della condivisione può fare bene alle imprese: conoscere cosa i clienti pensano del prodotto che si offre è fondamentale. Senza contare che oggi il cliente è il più grande comunicatore dell'azienda e del marchio.
Qual è la situazione italiana?
La polverizzazione e le specializzazioni locali dei soggetti rendono complicato sia rendersi visibili sia acquistare le competenze sul Web. In un contesto in cui gli hotel non hanno saputo formare una massa critica, creando per esempio affiliazioni per reti o di marchio non esiste altra alternativa che lavorare a stretto contatto col mondo della distribuzione online.
Il registro digitale delle imprese non potrebbe restringere la filiera e togliere un po' di potere alle online agency?
Il Web è molto difficile da scalare: non è così semplice costruire un'app (o meglio, lo è) e poi farla conoscere e usare soprattutto all'estero, dove si genera il 50% del nostro mercato. Certo, favorire anche il concetto di open data, creare app e piccoli portali è utile e importante. Ma noi come Confindustria stiamo sottolineando che ci vuole un luogo di raccolta forte, nel quale poi anche le app più ridotte possano risultare disponibili.
Sta parlando del portale Italia.it?
Italia.it ormai è datato come concetto, ci hanno provato in tanti, tutti con conclamati insuccessi. È molto più semplice pensare a qualcosa di specifico per il mondo di oggi. E oggi è dove si raccontano le esperienze che si crea la domanda. Io immagino un luogo in cui si parli del Paese, e dei suoi attrattori (la cultura, l'arte, l'enogastronomia, il lifestyle), con una logica di media e un approccio giornalistico e redazionale.
Quindi un soggetto completamente nuovo?
Sì, e a cura del privato. Dovrebbe nascere intorno alla capacità di divulgazione, ma con un forte struttura di base tecnologica, uno strumento capace di processare le informazioni e di prestare servizi finanziari. Perché una volta catturato il cliente, ci dev'essere qualcosa da vendergli.
Tutto ciò quando?
Se fossero prese subito le decisioni che occorrono, già nell'arco di sei mesi potremmo vedere qualcosa. Non sarà certamente uno strumento esaustivo, ma siamo convinti che il concetto del portale stile guida Monaci non stimoli più di tanto la fantasia. La scelta di un viaggio, di solito, è figlia di un romanzo che ci ha appassionato, non di un elenco. - Fonte: Corriere delle Comunicazioni (di D.A.)