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La qualità alla guida del turismo
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Lettera aperta_Luca Battifora - Presidente ASTOI Confindustria Viaggi

Lettera aperta_Luca Battifora - Presidente ASTOI Confindustria Viaggi

Sul quotidiano La Repubblica di venerdì scorso, si legge a caratteri cubitali "AGENZIE DEL LAVORO E TOUR OPERATOR – “QUI SI NASCONDONO I NUOVI CAPORALI”. Che in estate i riflettori dei media si accendano su chi campa (o meglio cerca di campare) di turismo, ci siamo abituati. Che in estate tour operator ed agenzie di viaggi debbano svegliarsi ogni mattina con l'ansia che sia scoppiata una bomba, risvegliato un vulcano, arrivate le alghe a causa della mutata corrente oceanica, chiuso un aeroporto o qualsiasi altra imponderabile sfiga (mi si perdoni il linguaggio colloquiale, ma lo reputo il più appropriato) - per cui ti ritrovi con delusi viaggiatori da assistere, tutelare, riproteggere, in barba a tutta l'attenzione, l’etica, la professionalità che provi a mettere nel tuo lavoro, selezionando le migliori strutture e fornitori - ci siamo ormai tristemente abituati ed adeguati. Ma chi, come me, pensava che con Al Qayda, l’Isis, le bombe e quant'altro leggiamo ogni giorno, fossimo sufficientemente "gratificati", ahimè sbagliava. Ecco l'ultima frontiera del sensazionalismo a danno del nostro comparto: il last minute e gli overbooking non fanno più notizia (forse anche perché sono sempre meno frequenti), i turisti truffati da finti tour operator e agenzie sul web non sono più “di moda”, e allora spostiamoci sui braccianti agricoli, novità assoluta, un’occasione imperdibile per gettare ancora un po' di discredito su un settore che, evidentemente, non solo non ha santi in paradiso, ma neanche un piccolo spazio nel calendario. Certo, ASTOI si è già mossa nelle sedi con gli strumenti opportuni per reclamare giustizia e, soprattutto, un po' di dignità per imprese ed imprenditori veri, seri, che di questo lavoro campano onestamente. Certo, ASTOI continuerà a vigilare nell'interesse e per il bene comune del settore. In questa specifica vicenda, se la Procura ravviserà illeciti da parte di soggetti che impropriamente si sono celati sotto una licenza professionale, siamo pronti a costituirci parte civile. Ma al di là dei fatti e dei singoli episodi, mi domando e rimando ai lettori questo mio interrogativo: le nostre imprese – pur esposte alle conseguenze nefaste degli accadimenti naturali o politici al pari di altre imprese con differenti categorie merceologiche - non chiedono sovvenzioni o agevolazioni, non delocalizzano le proprie attività in Paesi a minor costo di manodopera eo con minore imposizione fiscale, affrontando con dignità e impegno ogni sorta di avversità geopolitica, ambientale, economico finanziaria; la dignità di esistere per ciò che siamo, con pregi e difetti, cioè di essere semplicemente riconosciuti come tali è forse chiedere troppo? Con tanti saluti al Governo che vede nel turismo una delle principali leve da cui far ripartire l'Italia.