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 LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL TURISMO ON. MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

 LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL TURISMO ON. MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

Egregio Ministro,

ho visto ed apprezzato lo spot realizzato con la collaborazione del Presidente del Consiglio per promuovere l Italia. Certamente gli italiani hanno ancora molto da scoprire del nostro bel paese e, quindi, trovol esortazione da Lei rivolta a tutti noi un suggerimento utile ed opportuno.

L invito a scegliere l Italia in sostituzione di altri paesi è, invece, a mio avviso non opportuno, perché rischia di essere percepito come suggerimento autarchico, oltre a suonare come un accusa nei confronti di tutte quelle imprese italiane con decine di migliaia di persone che lavorano con serietà per offrire un valido prodotto in linea con quanto il mercato richiede.

Non solo trascorrendo le proprie vacanze in Italia si contribuisce all economia del nostro paese. Prendiamo, ad esempio, il settore dei trasporti e consideriamo tutti gli attori che ne sono protagonisti (vettori, aeroporti, ferrovie, etc). I trasporti sono concepiti quasi sempre basandosi su un traffico bidirezionale, se non addirittura multi direzionale e, in mancanza di alcune componenti di traffico (quale quelle verso l estero) , il settore rischierebbe seriamente di non potersi sostenere ed entrerebbe in fortecrisi, generandosi, in tal modo, anche una carenza di presupposti per un traffico in entrata verso il nostro paese.

Il mondo del turismo è composto da tante piccole e medie imprese per le quali la divisione tra traffico inentrata, domestico e quello in uscita non è così netta e, per sostenere la loro economia e, dunque, contribuire all andamento di quella nazionale, tali aziende debbono essere in grado di soddisfare appieno il mercato, rispondendo a quella che è la domanda, oggi più che mai guidata dai prezzi.

I dati della Banca d Italia ci dicono che, per il primo trimestre 2010, abbiamo avuto come paese un saldo attivo sulla bilancia dei pagamenti relativi al settore turismo di 827 milioni di euro, con un incremento del 62%. Cosa succederebbe se questa tendenza di scoraggiare i viaggi all estero prendesse piede anche in quei paesi di cui noi siamo meta? Chi avrebbe più da perdere? Siamo parte dell Europa e proprio Lei si è fatta promotrice di un azione coordinata con paesi come Francia e Spagna, che allo stesso tempo sono destinazioni importanti per i nostri turisti e sorgente di traffico verso l Italia. Come potremmo spiegare loro questa nostra chiusura e non rischiare reazioni critiche?

Il turismo è di per se libertà di movimento e si sviluppa meglio là dove questa libertà trova la sua massima espressione.

La scelta di vacanze all estero, oltre che motivata da un legittimo desiderio di conoscere posti e culture differenti dalla nostra quotidianità, è anche spesso guidata dal fatto che molte destinazioni sono in grado di offrire attrattive ugualmente interessanti a condizioni economiche impensabili nel nostro paese. Il desiderio degli italiani di visitare i paesi del mondo non si può definire, quindi,  abitudine esterofila .

Vogliamo promuovere le nostre città, le nostre spiagge e le nostre montagne in Italia e nel mondo;dobbiamo però essere in grado di vincere la sfida con le altre destinazioni perché sappiamo offrire di piùe meglio, e non perché rimaniamo arroccati in posizioni di difesa o colpevolizziamo scelte diverse, nè, tantomeno, aggiungendo ulteriori oneri quali la paventata tassa di soggiorno su Roma.

Il Presidente del Consiglio Le ha lanciato la sfida di raddoppiare il peso del turismo nel PIL italiano.Sappiamo che è un impresa ardua e che necessita della collaborazione di tutti. Noi siamo pronti, ma fateci svolgere serenamente il nostro ruolo di imprenditori. Mi permetta di concludere augurando a tutti gli italiani, indipendentemente da come e dove sceglieranno di trascorrere la loro estate, buone vacanze.

So