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L'Egitto inaugura il Suez bis

L'Egitto inaugura il Suez bis

Tempi record per il nuovo Canale. La fase 2 chiama l'Italia. 

L'Egitto del presidente Abdel Fattah al-Sisi si prepara a celebrare la realizzazione lampo del secondo Canale di Suez, una via d'acqua di 72 chilometri costruita in parallelo alla prima, datata 1869. Da domani, giorno previsto dalle autorità del Cairo per l'inaugurazione, il tratto di mare che separa Africa e Asia, fra i più strategici al mondo, potrà essere percorso dalle imbarcazioni in contemporanea in entrambe le direzioni, riducendo i tempi di attesa e viaggio del 50%. 

Alcuni numeri di questa impresa, concepita per rilanciare l'economia e, inutile nasconderlo, il prestigio politico di un Paese appannato da anni di forti turbolenze: il progetto, se i tempi saranno rispettati, avrà richiesto dieci mesi di lavoro serrato allorché un primo studio di fattibilità aveva individuato in cinque anni un lasso di tempo ragionevole. Il presidente al-Sisi in persona ha chiesto al numero uno dell'Autorità di Suez, l'ammiraglio Mohab Mameesh, di non superare l'anno: così, senza che il cantiere si fermasse mai, hanno lavorato a rotazione 41 mila persone. La terra scavata e spostata per fare spazio al nuovo Suez equivale al volume di 200 grandi piramidi di Giza. L'intera opera ha richiesto una spesa di 8 miliardi di dollari, raccolti mediante la sottoscrizione pubblica delle quote del canale con un interesse garantito del 12%: solo cittadini egiziani hanno potuto partecipare all'asta. 

Al momento, da Suez transita oltre il 10% dell'intero traffico di navi commerciali: si tratta di circa 18 mila imbarcazioni all'anno, non più di otto al giorno. L'Egitto deve a Suez quasi 5,5 miliardi di dollari annui; secondo gli esperti, fra l'estate 2015 e quella 2023 tale cifra sarà triplicata, mentre il giro d'affari generato dall'industrializzazione dell'area costiera adiacente dovrebbe generare fino a un milione di nuovi posti di lavoro, con entrate per 100 miliardi di dollari. 

A regime, il nuovo hub commerciale di Suez rappresenterà un terzo dell'economia nazionale. Di tutt'altro parere i detrattori dell'impresa, che ricordano le tragiche conseguenze della messa a punto del primo Canale di Suez: a distanza di 13 anni dall'inaugurazione, l'Egitto, piegato dalla bancarotta anche a causa di faraoniche spese per la cerimonia di inaugurazione, fu invaso da un colonizzatore straniero. E il Khedivé Ismail, che era il reggente, fu costretto all'esilio a Istanbul. La corona britannica controllò il Paese per sette anni. Per ora, i dettagli reativi alle celebrazioni di agosto, che si terranno a distanza di tre settimane dalla conclusione dei lavori, sono ancora sconosciuti al pubblico, ma si sa che l'organizzazione è stata affidata al gruppo Wpp, attivo in tutti i rami della comunicazione e dell'eventistica mondiale. 

Qualche indiscrezione: gli invitati ai festeggiamenti saranno fra i 3mila e i 4mila, di cui almeno 200 capi di Stato e primi ministri. Una flotta di imbarcazioni vip potrà attraversare per prima il Suez bis, probabilmente sotto una pioggia di fuochi d'artificio. Gli altri gusteranno lo show dalla città di Ismailia. Il tutto sarà finanziato da soggetti privati, il governo egiziano non ci metterà un pound. Anche perché ne sta impiegando molti nella lotta ai jihadisti armati di stanza nel Sinai, dove commissariati, caserme e luoghi simbolo delle istituzioni statali sono quotidianamente presi di mira. Nelle scorse settimane anche il cantiere di Suez 2 è stato attaccato. 

Il Cairo rassicura: l'esercito proteggerà il gioiello ingegneristico che ha contribuito a realizzare. Secondo Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico per l'internazionalizzazione di Confindustria, «ci sono tantissime opportunità per le nostre imprese nella seconda fase che si apre ora». Dalla Trevi, che ha già commesse in Egitto, o la Pizzarotti di Parma, che potrebbe partecipare a una gara per creare tunnel sottomarini. Salini Impregilo e Astaldi potrebbero invece puntare a realizzare centri urbani con l'aiuto di big del calcestruzzo come Italcementi e Cementir. Di F.Z. - Fonte: Avvenire