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Le sanzioni Ue inchiodano i turisti russi in vacanza

Le sanzioni Ue inchiodano i turisti russi in vacanza

06 Agosto 2014

È un esercito di disperati che potrebbe raggiungere le 25 mila persone, i clienti dell'agenzia turistica Labirint che ha chiuso le operazioni due giorni fa, senza saldare biglietti e soggiorni dei russi già in vacanza. Ed è solo l'ultima a cadere: da qualche settimana l'industria turistica russa è una catena di fallimenti, dallo storico tour operator Neva alla Rosa dei Venti ed Expotour. E ieri ha annunciato la sospensione dei voli la neonata prima low cost russa Dobroliot, dopo essere stata sanzionata dall'Ue per compiere voli in Crimea.

Dalla Bulgaria alla Tunisia il turista da Mosca o Pietroburgo in pochi giorni si è trasformato da un ospite atteso per la sua capacità di spendere in un cliente da evitare, a rischio di insolvenza. Una sciagura di cui si stanno già occupando governo e magistratura, e che l'Unione dell'industria del turismo attribuisce alle sanzioni europee: secondo la portavoce Irina Tiurina, le agenzie turistiche hanno sofferto di un calo di prenotazioni di russi che temevano di venire «trattati male» all'estero. Tra le altre cause, l'indebolimento del rublo, a causa dello stallo economico e della fuga di capitali, e il divieto, in vigore da un paio di mesi, ai militari e poliziotti di trascorrere le ferie all'estero per motivi di sicurezza. Insomma, in un modo o in un altro è colpa della Crimea, anche se gli esperti del settore sospettano che le sanzioni siano solo un pretesto: Labirint era indebitata con le compagnie aeree da mesi, e Dobroliot era secondo Gazeta.ru «un progetto non redditizio» dell'Aeroflot.

La tensione con l'Occidente comincia a colpire anche i russi comuni - ogni giorno le autorità sanitarie bandiscono qualche prodotto d'importazione, ieri è stato il turno del bourbon del Kentucky che provocherebbe tumori e sterilità  e non solo gli oligarchi della cerchia di Putin. Ghennady Timchenko, tra i primi a venire inserito nella black list degli Usa, non può più usare il suo jet personale da 65 milioni di dollari perché la società americana Gulfstream si rifiuta di averlo in gestione. Ma l'oligarca (che ha il passaporto finlandese e ha abitato per 20 anni in Svizzera) non vuole più viaggiare per paura delle «provocazioni dei servizi Usa». Per evitarle, non usa il pc, non entra in Internet e parla al cellulare il meno possibile: «Snowden ci ha insegnato a essere prudenti con le tecnologie».

Ma, nonostante il distacco dalla famiglia e dall'adorata labrador Romy (figlia della cagnetta di Putin) ritiene che «gli interessi della Russia vengono prima» e si dichiara pronto a «consegnare tutti gli attivi allo Stato». Ha già dovuto cederne diversi, per evitare le sanzioni, e nella sua lussuosa residenza moscovita piena di quadri di realismo socialista si vanta di aver sostituito la sua Visa con una carta di credito cinese e di essere pronto a vivere sotto embargo: «Nella vita si paga tutto, anche l'essere vicino al capo di Stato russo» - di Anna Zafesova - Fonte: La Stampa