Le risposte di Franceschini. «Attenzione all industria»
E ha risposto a tutto e a tutti, con disponibilità e rispetto per questo comparto, quella dei viaggi, che ora governa. "Qualche mese fa ho detto che per me questo è il Ministero economico più importante del Paese e ora lo riconfermo - esordisce -. E chiedo aiuto a voi, per convincere la politica che abbiamo ragione, che cultura e turismo possono spingere avanti l'economia italiana". Per raggiungere l'obiettivo, è necessario "fare sistema a livello nazionale. Anche per questo abbiamo avviato la riforma del titolo V della Costituzione, che procede, ma ha i suoi tempi. E dobbiamo colmare grandi ritardi". Incalzato da Paolo Audino, amministratore delegato di TTG Italia che si è fatto portavoce delle domande del mercato, Franceschini scende più nel dettaglio. "Il turismo in questi anni ha peregrinato da un Ministero all'altro e si è indebolito. Ora abbiamo messo mano alla macchina pubblica per farlo ripartire. Stiamo cercando di lavorare in maniera concreta".
Prova tangibile di questa concretezza vuole essere l'impegno a dare spazio a richieste e istanze anche dei tour operator outgoing. "Dobbiamo supportare le imprese italiane - dice -, soprattutto quelle che si confrontano con colossi mondiali che, fra l'altro, non pagano neppure le tasse in Italia. Sono disponibile a un tavolo di confronto e di dialogo, e posso immaginare di estendere gli incentivi previsti nell'Art Bonus anche per il tour operating, soprattutto per la digitalizzazione". Materia che è il cavallo di battaglia del ministro. "Non penso ci sia troppa enfasi sul digitale - sottolinea -. Siamo in ritardo, anzi, nel cogliere quella che deve essere una grande opportunità: se non presidiamo questo segmento, lo faranno altri per noi, su piattaforme estere che vanno ad impoverire l'economia nazionale e l'erario".
Il problema, come sempre, è quello delle risorse. Un elemento che emerge sul tema del Fondo di Garanzia, questione molto sensibile per t.o. e agenzie di viaggi: "Conosco la questione - dice Franceschini -, ma risorse aggiuntive non ce ne sono". Neppure per la promozione. O meglio, ci sarebbero: "La dotazione dello Stato è sicuramente risibile - ammette il ministro -, ma se viene messa insieme alla disponibilità delle Regioni diventa più interessante". Per questo, in attesa di modificare il titolo V, Franceschini chiede alle regioni di compartecipare anche alla spesa di promozione "almeno sui mercati extra-Ue, dove bisogna andare uniti come Italia; sui mercati vicini, invece, si può andare anche come singoli territori. Abbiamo sprecato in questi anni grandi opportunità; ora bisogna agire concretamente".
Un leit motiv, quello della concretezza, che lo porta a chiudere il question time senza promesse: "In occasioni come queste dice strappando una risata alla platea - c'è una sostanziale e motivatissima diffidenza verso i ministri, perché prendiamo troppi impegni e non li realizziamo. Diciamo che ci vediamo qui nel 2015 e verifichiamo cosa abbiamo fatto quest'anno". - Fonte: TTG Italia (di Cristina Peroglio)