Le ferie di Re Mohammed: 5 milioni per 7 giorni
Grosse grasse vacanze Meta: le spiagge bianche di Kilini. Il sovrano del Marocco ha trasferito in Grecia in aereo troni, marmi, cibo e bevande.
Dai fasti storici di ieri degli Achei, alle faraoniche vacanze dei reali marocchini di oggi. Il Peloponneso torna a dominare le cronache, ma non tanto per i deprecabili incendi estivi dei soliti criminali, o perché assunto a nuova base logistica dalla troika appena tornata in Grecia. Bensì per lo sfarzo con cui il re del Marocco Mohammed VI ha deciso di trascorrervi una settimana, con famiglia e corte annesse, giunto in questo lembo di paradiso con sua moglie, la Principessa Salma Lala, i loro due figli (il principe ereditario Moulay Hassan e la principessa Lalla Khadija), il viceré e l'ambasciatore del Marocco in Grecia, ma allargando l'invito a numerosi amici che hanno fatto lievitare la presenza della delegazione a duecento persone, compresi agenti di sicurezza e personale.
Ieri è stata la giornata clou, e anche quella conclusiva, coincisa con i festeggiamenti che segnano l'anniversario della salita al trono di Mohammed. Ma perché proprio a Kilini? Chilometri di spiagge bianchissime poco battute dal turismo di massa, anche per merito di un affascinante promontorio che nasce alcune decine di chilometri prima di Pirgos. Ancestrali sorgenti termali a fare da cornice ad uno dei castelli più belli del Peloponneso, Chlemoutsi, testimonianza della dominazione dei Franchi in Grecia, meta dell'unica escursione della comitiva vip al pari della suggestiva Olimpia, custode della fiamma olimpica che il sovrano non ha mancato di ammirare. Ma il piatto (economicamente) forte del soggiorno è stato il resort, un cinque stelle plus dove il re ha fatto richiesta della suite più grande disponibile, anche perché ha dovuto contenere i numerosi accessori che si è portato dietro in volo: troni intarsiati di svariate pietre preziose, lunghi tappeti rossi, tende e drappi reali, marmi e ritratti di se stesso oltre a ingenti scorte di cibo, bevande e altri oggetti ornamentali che solitamente custodisce nella sua residenza e che ha l'abitudine di trasportare con sé quando si sposta.
Un trasloco vero e proprio altamente movimentato, se è vero come raccontano i pochi testimoni alla stampa ellenica che, senza soluzione di continuità, i maggiordomi hanno dato vita ad un viavai continuo, per accontentare le richieste di tutti (oltre che la loro protezione). I tre quarti della spiaggia a cui gli ospiti del resort accedono, sono stati adibiti a sala da pranzo permanente. Colazioni, pranzi, cene, spuntini e merende a tutte le ore, e con tutte le varietà di cibi giunti direttamente dal palazzo reale a bordo di containers frigo. Non è la prima visita in zona della famiglia reale che già due anni fa aveva scelto la Grecia come buen ritiro. Nel 2013 la principessa Lalla Salma era stata nella regione di Ilia, nel 2012 aveva trascorso le vacanze interamente a bordo dello yacht-reale nella baia di Kyllini e nel 2011 al largo di Corfù. Nelle poche ore in cui il re ha mostrato di annoiarsi, ecco fare capolino nella baia di Loutra Killinis il suo yacht con tanto di elicottero di supporto, per una crociera improvvisata tra le spiagge di Zacinto. Inoltre pare che Mohammed VI sia stato affascinato non poco dal castello di Chlemoutsi che, nonostante la sua importanza, in tutta la storia del Principato di Acaia non fu mai oggetto di importanti operazioni militari; piuttosto, la sua funzione principale fu quella di carcere per prigionieri illustri, come i generali bizantini nella battaglia di Makryplagi del 1263. E passò anche da mani italiane nel 1278: quando il principe Guglielmo II di Villehardouin morì, il dominio principesco, così come il titolo, andarono al re di Napoli, Carlo d'Angiò, secondo le disposizioni del trattato di Viterbo. Un dettaglio che pare non sia sfuggito alla comitiva reale. Invece a chi ha preparato il conto è andata veramente di lusso.
Sette giorni di mare, sfarzi e capricci che hanno fruttato al fortunato proprietario dell'incantevole resort di Killini, ben cinque milioni di euro. Roba da far invidia ai conti del bundminister Wolfgang Schaeuble, senza dubbio tentato di inviare lì una pattuglia di agenti fiscali. Di F.DeP. - Fonte: Il Giornale